Interviste

Alla scoperta di “Incanti”, spettacolo di illusionismo e teatro

Intanti

Torna in scena “INCANTI”, lo spettacolo scritto e diretto dal campione italiano di mentalismo ANDREA RIZZOLINI e prodotto da Officine dell’Incanto. Sul palco oltre allo stesso RIZZOLINI, si alternano 5 dei più premiati illusionisti italiani under 30, DARIO ADILETTA, FRANCESCO DELLA BONA, NICCOLÒ FONTANA, FILIBERTO SELVI e PIERO VENESIA.

La nuova tournée teatrale prenderà il via il 21 novembre dal Teatro Carcano di MILANO e proseguirà poi con altri 9 imperdibili spettacoli nei teatri di a Padova, Gallarate (Varese), Torino e Asti.

Queste le date del tour teatrale:

21 novembre MILANO Teatro Carcano – ore 20.45 – NUOVA DATA 
24 novembre PADOVA Teatro ai colli – ore 18.30 e ore 21.00
25 novembre GALLARATE (Varese) Teatro Condominio – ore 17.00 e ore 21.00
27 novembre TORINO Teatro Gioiello – ore 21.00
28 novembre TORINO Teatro Gioiello – ore 21.00
29 novembre TORINO Teatro Gioiello – ore 21.00
1 dicembreASTITeatro Alfieri – ore 21.00
2 dicembreASTITeatro Alfieri – ore 21.00

I biglietti per lo spettacolo di Milano sono disponibili al seguente link: https://sostieni.associazionecaf.org/eventi/incanti-a-supporto-del-progetto-together-for-teens/. Per info e prenotazioni è anche possibile contattare gli uffici dell’Associazione CAF scrivendo a eventi@associazionecaf.org. 

I biglietti per gli spettacoli di Padova, Gallarate (Varese), Torino e Asti sono disponibili su Ticketone.it.

Il ricavato ottenuto dalla vendita dei biglietti sarà devoluto in favore di “Together for Teens”.

Lo spettacolo milanese è realizzato in collaborazione con l’associazione CAF e sostiene il progetto “Together for Teens” che dal 2014 supporta i servizi dedicati all’accoglienza residenziale e alla cura psico-educativa di ragazzi adolescenti e pre-adolescenti allontanati dalla propria famiglia perché vittime di abusi e maltrattamenti. 

Andrea Rizzolini ph. Matteo Piacenti

Come è nata l’idea di questo spettacolo?
“Incanti” è nato dal desiderio di colmare quel divario che storicamente sussiste tra l’illusionismo e le altrearti performative come il teatro di prosa, la danza, la musica… a causa dei suoi stereotipi e dei pregiudizi, che sono troppo spesso associati a questa forma d’arte, l’illusionismo viene spesso messo in ridicolo, ciò che – nel nostro piccolo – con “Incanti” cerchiamo di dimostrare è che invece, come ogni altro artista, anche un illusionista è qualcuno a cui domandare, a cui chiedere della nostra umanità. Abbiamo cercato di creare uno spettacolo di illusionismo e non di magia, se con la parola “magia” intendiamo tutto ciò che ha a che fare con vallette semi-nude tagliate a metà in scatole ricoperte di paillettes e conigli tirati fuori da un cappello cilindro.

Come si crea uno spettacolo teatrale conciliando le sue regole e i suoi tempi con l’illusionismo. Immagino siano due anime da mettere d’accordo.
Sin da subito, abbiamo creato “Incanti” con l’idea di poter mettere in scena uno spettacolo di illusionismoche non fosse costretto a sentirsi fuori luogo sul palcoscenico di un teatro di prosa. Come sono solito dire, sembra esserci un divario enorme tra ciò che accade solitamente a teatro e ciò che accade solitamente aduno spettacolo di magia. Da un lato, c’è Amleto che si domanda se abbia senso o meno continuare a vivere e, dall’altro, c’è un mago che si domanda se riuscirà a trovare o meno la carta scelta dallo spettatore in seconda fila. Da un lato, “essere o non essere?” e dall’altro “è questa la tua carta?”. Tenere questi due aspetti non è facile e ancora più difficile è mostrare che non sussiste necessariamente una contraddizione tra il teatro e l’illusionismo, ma anzi si tratta di due linguaggi che si nutrono l’uno dell’altro, che con uguale potenza e differenti modalità possono indagare e mettere in scena chi noi siamo, la nostra umanità, lenostre speranze e disillusioni.

Il collegamento fra illusionismo e teatro sta proprio nella scelta di partire dalle riflessioni di grandi autori?
Per fare questo, lo dico apertamente durante lo spettacolo, abbiamo scelto di farci aiutare da alcuni grandi autori della storia del teatro, come Shakespeare, Goethe, Pirandello e molti altri, proprio per mostrare che quelle grandi domande che loro sono stati capaci di portare in scena con i loro testi noi, in quanto illusionisti, possiamo a nostra volta renderle sul palcoscenico attraverso il nostro linguaggio, un linguaggioche si esprime in termini di illusioni. Lo spettacolo ha inizio con quella famosa frase di Shakespeare secondo cui “siamo fatti anche noi della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” e nell’arco della serata ci proponiamo di rispondere alla fondamentale domanda che sorge da questa frase: qual è questa sostanza dei sogni di cui anche noi saremmo fatti? Che cosa vuol dire che la nostra vita – come dice Sigismondo nellapiù famosa opera di Pedro Calderón de la Barca – non è nient’altro che un sogno? Ecco queste sono ledomande che noi portiamo in scena e a cui a nostro modo cerchiamo di rispondere.

Il pubblico. Vi proponete di stupire e far uscire il pubblico da teatro guardando il mondo in mododiverso. Intrattenere ma anche trasmettere un messaggio?
Credo che non ci sia contraddizione tra “intrattenere” e “trasmettere un messaggio”, se così sembra è perché siamo soliti usare la parola intrattenimento come sinonimo di divertimento. Intra-tenere vuol dire letteralmente “tenere dentro”, vuol dire che per gli istanti di tempo che passiamo qui, assieme, a teatro, iotengo dentro di me quello che tenete dentro di voi, tutti i pensieri, le preoccupazioni che animano lostordimento in cui ciascuno di noi conduce la propria quotidianità, e lo faccio con la sola e unica speranza dipoter lasciare in questo vuoto che viene a crearsi nella vostra anima qualcosa che, per quanto piccolo, viobbligherà a lasciare andare almeno uno di questi pensieri, una di queste preoccupazioni, nel momento in cui, finito lo spettacolo, sarò costretto a restituirvi tutto ciò che per questo tempo ho cercato di trattenere per voi. Il “messaggio” è questo qualcosa che rimane nell’anima degli spettatori dopo lo spettacolo, o meglio che speriamo rimanga.

Come è nato il rapporto con gli altri artisti che ti accompagnano in questa avventura?
Ci conosciamo tutti da anni ormai, siamo uniti da una forte amicizia e da un amore comune per questaforma d’arte verso la quale condividiamo una stessa passione. Ognuno di noi, a suo modo, cerca didimostrare sul palcoscenico che l’illusionismo può essere molto di più di quello che sia solitamente abituatiad aspettarci, che c’è molto di più oltre la semplice domanda “qual è il trucco?”. Ognuno di noi viene da unbackground diverso e questo si vede nelle performance che portiamo sul palcoscenico: io e Piero abbiamo studiato filosofia e veniamo entrambi dal mondo del teatro di prosa, Francesco studia cinema, Niccolò è dottore in psicologia clinica, Dario ha un passato come ballerino mentre Filiberto è primo violino in alcune orchestre. Siamo accomunati da un rapporto interdisciplinare con la nostra forma d’arte che vive delle nostre diverse esperienze e degli interessi che muovono ciascuno di noi e nell’arco della serata il pubblico ha modo di appezzare questi diversi approcci.

Siete tutti molto giovani, come tu e gli altri vi siete avvicinati all’illusionismo?
Ognuno di noi ha una storia diversa. Io mi sono innamorato di questa forma d’arte a 10 anni guardando unavideocassetta di David Copperfield registrata da mio nonno negli anni ’90: quando l’ho visto volare sulpalcoscenico come io stesso sognavo di fare nei miei sogni ho deciso che quello era ciò che avrei voluto farenella mia vita. Ogni sera porto in scena questo piccolo inizio della mia grande passione per l’illusionismo:infatti, prima di ogni spettacolo, chiediamo al pubblico di raccontarci un loro sogno avuto recentementescrivendolo su un foglio di carta, ad ogni recita uno di questi foglietti viene scelto a caso e io cerco di farediventare quel sogno realtà per fare vivere ad uno spettatore quella stessa sensazione che io ho provato dapiccolo che mi ha fatto innamorare dell’incanto.

Parliamo di “Together for Teens”, mi racconti perché avete scelto di abbracciare questo progetto ecosa vi augurate di creare, o contribuire a farlo, con le donazioni?
Ho iniziato la mia carriera come “produttore” organizzando uno spettacolo di beneficienza quando avevo18 anni e quando a 15 anni ho fatto il mio primo spettacolo a teatro ho deciso di devolvere tutto il ricavato ad un progetto molto simile a quello che sosterremo con lo spettacolo del 21 novembre al Carcano. Da anniormai ho questa tradizione di dedicare la prima replica di ogni tournée ad un ente benefico, e quest’anno la collaborazione con il CAF e la scelta del progetto “Together for Teens” hanno un valore davvero speciale. D’altronde, “Incanti” è uno spettacolo che parla dei nostri sogni, di ciò che ci vuole per coltivarli e con essitenere viva la speranza, ed è proprio i sogni e le speranze di molti adolescenti che provengono da situazionidifficili che andremo ad aiutare supportando questo progetto, quindi, siamo davvero fieri di dare il nostropiccolo contributo a questa stupenda realtà.

Martedì si comincia, tutto pronto? Ansietta o voglia di cominciare?
Martedì è il debutto del tour e come tutti i debutti porta con sé la sua eccitazione e le sue preoccupazioni. Per di più il tour è praticamente tutto sold out, quindi le aspettative sono molto alte… speriamo di non disattenderle!

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