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#4SoundTrack: il ritorno di Jack Sparrow & co. in “Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar”

Jack Sparrow

A 14 anni di distanza da “La maledizione della Prima luna”, è uscito il 24 maggio nelle sale “Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar” (titolo originale: “Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales”), 5^ film del franchise marchiato Disney. Protagonista assoluto, in un cast quasi corale, l’immancabile Johnny Depp, con Geoffrey Rush e due giovani new-entry, Kaya Scodelario e Brenton Thwaites (più un cameo forzatissimo di Paul McCartney). Nel ruolo dello spietato capitano spagnolo Salazar troviamo Javier Bardem. Alla regia i norvegesi Joachim Roenning ed Espen Sandberg, nominati per l’incarico già 4 anni fa.

Brevissima sinossi: il Capitano Jack Sparrow, perennemente ubriaco, abbandonato dalla sua ciurma e ridotto a essere la parodia di sé stesso, deve mettersi in salvo da un equipaggio di marinai fantasma guidati da Salazar. Per sperare di cavarsela, deve partire alla ricerca del leggendario Tridente di Poseidone in compagnia di un’astronoma orfana, Caryna Smith, e del figlio di Will Turner ed Elizabeth Swann, Henry.

Il film è un esperimento riuscito solo a metà. Sono sicuramente apprezzabili gli effetti speciali, il ritmo incalzante, l’ironia beffarda. Il problema è che, come molte altre grosse produzioni degli ultimi anni, questi stessi elementi vengono pompati in maniera talmente esagerata che finiscono con il prevaricare su tutto il resto, forse con il preciso scopo di colmare il vuoto lasciato da trame sempre più aride e assurde e da personaggi grotteschi forse più adatti alle soap opera. Il ritmo costantemente serrato tende a smorzare la dinamica; gli effetti speciali posticci tolgono calore alle immagini; la comicità sempliciotta ammazza il pathos. Jack Sparrow, in particolare, che nei primi tre film è sì buffo ma anche temibile, adesso è solo la mascotte della ciurma, il giullare. Insomma, due ore di buon intrattenimento ma frivole, con poca anima, adatte a chi non pretende che un film gli trasmetta qualcosa di più profondo e duraturo.

Cosa ne pensa invece il pubblico pagante? Anche se è troppo presto per fare un conteggio degli incassi, il responso sembra positivo: “la Vendetta di Salazar” è primo sia al botteghino italiano che a quello statunitense, superando di misura i risultati del capitolo precedente, “Oltre i confini del mare”. I trailer sono evidentemente riusciti a catturare l’attenzione dei numerosi fan della saga, facendo vincere la curiosità sullo scetticismo.

Come sempre, cerchiamo di capire qualcosa in più sulla colonna sonora. Nel corso della saga dei “Pirati” ci sono sempre stati degli affiancamenti di più compositori nella creazione della colonna sonora (oltre all’imprescindibile lavoro di arrangiatori e copisti). Hans Zimmer, già citato in questa rubrica per “Il Gladiatore” (il compositore vivente più quotato alla pari con John Williams), è l’autore delle musiche degli ultimi tre capitoli.

Il compositore principale ma non unico del primo film è invece Klaus Badelt, anche lui tedesco come Zimmer. Quest’ultimo e Badelt firmano insieme il celebre tema “He’s a Pirate”, quello che identifica immediatamente e al meglio l’universo dei “Pirati” .

“La Vendetta di Salazar” vede un cambio di rotta (per rimanere in tema) nella composizione delle musiche originali. Essendo già occupato a musicare “Dunkirk” (il nuovo kolossal di Christopher Nolan nelle sale il 31 agosto), Herr Zimmer per questo nuovo episodio deve passare il testimone all’americano Geoff Zanelli, il quale è chiamato a sviluppare in maniera personale i temi caratteristici dei precedenti film. Zanelli, però, non è un neofita dei “Pirati”: egli aveva già collaborato sia con Badelt che con Zimmer alle musiche de “La Maledizione della Prima Luna” e “Oltre i Confini del Mare”. Con “la Vendetta di Salazar” ha finalmente avuto l’occasione di lavorare in autonomia e prendersi la responsabilità di firmare l’intera colonna sonora di un film della saga.

Il lavoro di Zanelli risulta tutto sommato discreto, senza infamia: penalizzata dalla densità dei dialoghi, la musica accompagna le immagini mantenendosi sempre in secondo piano, dando il giusto sostegno ma senza aggiungere granchè.

Pur non essendo un nome di spicco, Zanelli lavora nel mondo del cinema da più di 15 anni e ha composto e arrangiato colonne sonore per film famosi, molti dei quali, curiosamente, sempre con protagonista Johnny Depp: “Mortdecai”, “The Lone Ranger”, “Rango”, “Secret Window”.

È probabile che questo non sarà l’ultimo episodio del franchise; il produttore Jerry Bruckheimer, infatti, ha dichiarato che lavorerebbe volentieri ad un sesto film, ma solo se Johnny Depp accettasse di farne parte.

Leonardo Parisi

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Nato a Sesto San Giovanni, acido come più non si può. Appassionato di cinema e sushi (ma non mischiati insieme), suono il basso elettrico e cado spesso vittima della "regola dell'amico" di Pezzali.

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