Incredibile ma vero, cari amici cinefili: sono già passati 18 anni da quel 7 maggio 1999 in cui sbarcò nei cinema italiani MATRIX, o “The Matrix” se preferite il titolo originale. Primo episodio di una trilogia entrata di diritto nella storia del cinema, il film vede alla regia i fratelli Wachowski, Andy e Larry (oggi Lana e Lilly), direttori anche dei due successivi capitoli “Matrix Reloaded” e “Matrix Revolutions”, mentre il canadese Keanu Reeves dà il volto al protagonista Thomas Anderson alias Neo.
Nonostante alcuni dialoghi siano densi di terminologie specifiche dell’informatica e nonostante il film in generale non sia proprio alla portata di tutte le fasce d’età, “Matrix” riscosse un enorme successo sia economico (5° maggior incasso del 1999) sia di critica (4 Oscar vinti su 4 nomination nelle categorie sonoro-montaggio-effetti visivi). Questi risultati sono molto facili da giustificare. In primo luogo, “Matrix” può contare su una trama efficace e originale. Lo spunto di partenza è che il mondo in cui viviamo sia in realtà una finzione, uno spazio virtuale, una simulazione costruita su un modello del passato, mentre il mondo reale è un futuro post-apocalittico in cui le macchine dominano gran parte del pianeta e gli umani, eccetto pochissimi ribelli sopravvissuti, vengono coltivati e usati dalle macchine come generatori di energia. Altri elementi di pregio da citare sono: le citazioni e le affinità letterarie (Philip K. Dick, Lewis Carroll) e religiose (Zion, Nabucodonosor); la potenza espressiva delle coreografie dei combattimenti di arti marziali; il fascino macabro delle ambientazioni cyberpunk; le inquadrature bullet time (ossia quando la scena rallenta o si congela, ma il punto di osservazione si sposta ad una velocità naturale).
Oltre a un massiccio lavoro di sound design premiato con l’Oscar, la pellicola è “guarnita” da una colonna sonora che punta a valorizzare il ritmo sostenuto dell’ azione e l’estetica biomeccanica cyberpunk. Le orchestrazioni portano la firma di Don Davis, a cui sono integrate canzoni di gruppi nu-metal / industrial metal, ma anche brani di elettronica (“Spybreak!” dei Propellerheads). Il brano più identificativo della colonna sonora è quasi sicuramente “Wake Up”, dei losangelini Rage Against the Machine (presente nel loro omonimo album di debutto); poco nota al grande pubblico, essa è un mix di funk, rap e metal ed è la canzone che accompagna la scena finale del film: Neo, acquisita ormai la consapevolezza di essere l’Eletto, esce dalla cabina telefonica nella quale si trova e spicca letteralmente il volo verso il suo destino, appena prima che partano i titoli di coda.
I Rage Against the Machine tornano anche nei crediti finali di “Matrix Reloaded” con un altro ottimo pezzo della loro produzione, “Calm Like a Bomb”, tratto dal loro 3° album “The Battle of Los Angeles” del 1999.
Da qualche tempo gira voce che la Warner stia lavorando o ad un reboot, con protagonista Michael B. Jordan, o ad un prequel della trilogia; è quindi possibile che la Matrix-mania conosca una nuova primavera.