“E adesso vorrei sapere come sarebbe il mondo, se tutto quanto fosse spostato di un secondo“. E vorrei tanto saperlo pure io.
Sarebbe sicuramente un mondo dove io non arrivo puntualmente attardato, così come ho fatto ieri all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove mi sono presentato con ben più di un secondo di ritardo all’appuntamento col concerto di Marco Masini, tappa dello “Spostato di un secondo – Tour“.
Reduce dai primi due appuntamenti della tournée, l’artista toscano non delude i tantissimi fan romani arrivati in massa nel cuore di Roma Nord e regala loro un concerto emozionante, senza alcuna pausa, più di due ore di buona musica immune da errori o stonature di alcun genere.
E’ un Marco Masini moderno, tra brani energici e ballad incalzanti, che valorizzano l’inconfondibile timbro vocale, e scenografie a led create ad hoc. La prima parte della serata scorre via in un lampo tra le canzoni del nuovo album (tra cui i brano di Sanremo e title track “Spostato di un secondo” ed il nuovo singolo “Tu non esisti“) e le hit senza tempo che fanno sgolare una Sala Santa Cecilia quasi completamente piena: “Principessa“, “Cenerentola Innamorata“, “Perché lo fai“, “Disperato“, tutte canzoni che accendono i fan di ogni fascia di età.
Perché la vera grandezza di un artista come Marco Masini è riuscire ad essere al passo coi tempi ancora oggi, a quasi 30 anni da quel Disperato urlato sul palco del Festival di Sanremo che lo ha visto vincitore tra i giovani. Ed è uno spettacolo vederlo e sentirlo urlare da giovani ventenni con la bandana al capo, affiancati da meno giovani quaranta e cinquantenni, che pur urlando di meno non riuscivano a star fermi nell’esprimere “Il Niente” (altro capolavoro presente in scaletta e poco considerato nell’immaginario collettivo).
La conclusione poi, trasforma la sala dell’Auditorium nel più classico degli stadi: i fan, oramai incontenibili, si alzano dai comodi sedili per esplodere sotto al palco: “L’Uomo Volante“, “Bella Stronza” e “Vaffanculo“.
Quanto mai attuali. Grazie Marco!