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Il circo Zen arriva a Roma: all’Atlantico scoppia la terza guerra mondiale!

Zen CircusTra crisi endemiche, terrorismo, presidenti parrucconi a capo della prima potenza nucleare del mondo, bombardamenti in Africa, bombardamenti in Medio Oriente e chi più ne ha più ne metta, la terza guerra mondiale sembra sempre più vicina. Ma, obiettivamente, se la “Terza Guerra Mondiale” la vivremmo come l’hanno vissuta venerdì sera i fortunati spettatori dell’Atlantico Live a Roma, allora non abbiamo nulla di cui temere. Perché quella dei The Zen Circus è una guerra cazzona e malinconica, contro il personalismo, il menefreghismo, contro la provincia amata ed odiata allo stesso tempo. Una guerra combattuta a colpi di giri wave, schitarrate potenti e attimi di noise punk. Non so se quello che impressiona di più della band pisana, attiva da più di 15 anni ed arrivata al nono disco (il quarto completamente in italiano), sia la perfezione tecnica a livello musicale (garantita da due artisti come Ufo e Karim, coadiuvati per l’occasione dal maestro Pellegrini) o la profondità dei testi di Appino, oramai splendido cantautore dalla voce forte ed inconfondibile. Fatto sta che le due ore di live che hanno regalato ai propri fan di Roma son state due ore di riconciliazione con la musica: un concerto di alto valore tecnico, impreziosito dalle presenze degli ‘amici di Roma’, Giovanni Truppi, Francesco Motta (il quarto Zen, un pezzo importante di vita al seguito della band di concittadini) e la regina del rock Nada. Nella scaletta naturalmente i brani del nuovo disco, dalla title track “La Terza Guerra Mondiale”, che apre la serata, alla femminile “Ilenia”, passando per la toccante “L’anima non conta” e la rassicurante (più o meno) “Andrà tutto bene”. E nel mezzo il meglio del meglio della musica indipendente italiana: “Canzone contro la natura”, “Vent’anni”, “Figlio di Puttana”, “I qualunquisti” “Canzone di Natale”, e tante altre piccole perle tratte dai precedenti album della band. Senza dimenticare naturalmente “Andate tutti affanculo” e “Viva”, forse le ballad più famose dei Zen. Una serata sociale, nel senso più autentico e antico del termine. Una serata contro le mode, l’omologazione, la frammentazione collettiva dovuta all’individualismo, raccontata attraverso una collaudata e sorprendente capacità tecnica. Una serata con i Zen Circus, il modo migliore per sopravvivere alla terza guerra mondiale.

Foto di Marco Portanova

Adalberto Piccolo

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Responsabile editoriale, responsabile della comunicazione, responsabile social media. Ma comunque poco responsabile. "Il Mondo non è perfetto: in un mondo perfetto Mark Chapman avrebbe sparato a Yoko Ono".

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