Alzi la mano chi non vorrebbe cambiare almeno una parte del proprio corpo. Chi si sveglia al mattino e, guardandosi allo specchio, pensa di essere perfetto/a proprio così com’è? Nessuno, vero? A quanti di noi – ma soprattutto quante – è stato inculcato che la ricerca della perfezione estetica, sia di fatto, un passo obbligato per una vita altrettanto perfetta?
É partendo proprio da questi assunti che Eve Ensler, autrice de “Il Corpo Giusto”, indaga, disanima e infine dissacra la percezione che la donna, molte donne, hanno di loro stesse.
Il testo della Ensler, messo magistralmente in scena dal regista Marcello Cotugno, è un vero e proprio viaggio attraverso l’esperienza di accettazione che donne di varie parti del mondo fanno del proprio corpo: la modella russa che arriva a sposare il proprio chirurgo plastico, novello Frankestein dal bisturi facile; le invettive di una donna del Sud contro le magre, le diete, le boutique, le spa. Quadri ilari, giocosi, ma mai superficiali, interpretati da Federica Carruba Toscano e Rachele Minelli, autoironiche e versatili anche quando a dover essere in scena sono le disfunzioni sociali e la patologia dietro i corpi imperfetti.
A fare da collante tra le varie storie interpretando la stessa autrice, è la bravissima Elisabetta De Vito, portatrice sana del messaggio, di fatto rivoluzionario, della Ensler:
“smettetela di voler aggiustare il vostro corpo, che non è mai stato rotto”
“I corpi sono come alberi, sono tutti diversi, eppure non ce n’è uno più bello di un altro”, così afferma la donna africana intervistata dalla Ensler e interpretata dalla Toscano. E vista così, come si può darle torto; ecco dunque che la prospettiva muta e si può finalmente smettere di identificarsi con il difetto o la parte di sé che si vorrebbe diversa.
Ad essere in scena sono donne bellissime che interagiscono con un pubblico – perché sì, la platea è la quarta interprete di questo meraviglioso spettacolo – altrettanto bello, che piange e ride, danza e canta con loro.
Nota di merito per scenografia e costumi di Giulio Villaggio e il disegno luci di Stefano De Vito, coesi nel rendere perfettamente l’alternanza delle scene e l’istrionismo delle interpreti.
Un progetto artistico fortemente voluto, tanto che qualche tempo fa è stata lanciata una campagna di crowdfunding a cui è ancora possibile contribuire qui. Una sala, la Orfeo del Teatro dell’Orologio, gremita e partecipe, come speriamo che sia ancora fino al 30 Ottobre e in tutte le altre tappe che “Il Corpo Giusto” potrà fare, perché questo è uno spettacolo che semplicemente va visto. Per ricordarci che siamo belle/i e perfette/i così come siamo, sempre e in ogni parte del mondo.
IL CORPO GIUSTO
TEATRO DELL’OROLOGIO – SALA ORFEO – dal 27-30 ottobre 2016
dal giovedì al sabato ore 21.00 – domenica ore 18.00
durata_ 100 minuti