I tamburi e le percussioni della band ci conducono tutti in un altro spazio e in un altro tempo, ci risuonano dentro, e il freddo patito a fare la fila diventa solo un ricordo. Il ritmo ci riscalda. Parla poco, Ben, e lascia che sia la sua musica ad essere la vera protagonista. La sua musica e la sua voce: decide a un certo punto di accantonare il microfono e continuare a cantare. La sua voce ha comunque la capacità di riempire il palazzetto e di farsi sentire, di emozionare. Non è sicuramente da tutti una potenza vocale simile: lascia tutti con la pelle d’oca. Gli applausi continuano: il pubblico è esterrefatto, tanto da ritrovarci tutti in piedi a ringraziarlo per questa sua indimenticabile performance che si chiude con With My Own Two Hands con le luci accese, perché lui vuole vederci tutti ballare e cantare insieme a lui, ringraziandoci per l’entusiasmo e l’affetto dimostrato.
Un concerto che durante le sue due ore, e per tutte le venti canzoni presenti in scaletta, non ha smesso di convincere il pubblico ed emozionarlo. Un vero successo.