E’ stata resa nota la rosa dei trenta semifinalisti che si sfideranno nella sezione “musica” del Premio Fabrizio De Andrè 2016 “Parlare musica”, arrivato alla sua quindicesima edizione. Il premio, patrocinato dalla Fondazione Fabrizio De Andrè Onlus e organizzato da Monna Lisa Srl con la direzione artistica di Luisa Melis e Massimo Cotto, è oramai uno degli appuntamenti più attesi per tutti coloro che cercano visibilità in un contesto in cui sono valorizzati la qualità e l’originalità della musica. Nato per stimolare (presso autori, compositori, interpreti ed esecutori di musica italiana esordienti o comunque non noti al grande pubblico) la promozione di una creatività libera e scevra da tendenze legate alle mode, col fine di ridare originalità e vitalità alla produzione artistica.
Questi i 30 semifinalisti (solo 12 di loro accederanno alla finale):
Adolfo De Cecco con “La neve”
Antonio Langone con “Chiedi alla polvere”
Bah! con “la gente di città”
Beatrice De Dominicis con “Storia d’inverno“
Camin I Dodicianni con “Come Robin di Locksley”
Daniele Arzuffi con “E’ uguale per tutti”
Efuza con “Montecristo”
Emanuele Ammendola con “Saglie”
Francesco Mircoli con “Ti…”
I Profugy con “Nun da’ retta”
I Treni Non Portano Qui con “Walter White”
Inigo con “Di me e di te”
Isole Minori Settime con “Non cambiare traccia”
Livio Livrea con “Nonostante tutto”
Luca Mele con “Se sapessi cantare come faccio il caffè”
Lucia Donadio con “E allora che sia tango”
Massimo Francescon Band con “Sognando la rivoluzione”
Mizio Vilardi con “la notte porta sempre”
MUD con “Un punto dentro all’universo”
Nunzia Carrozza con “Filastrocca”
Pupi di Surfaro con “Li me’ paroli”
Roberto Ribuoli con “Se solo pesassero qualcosa”
Rosso Petrolio con “Riflessioni sullo schermo del computer”
Samuela Schilirò con “Niente che non sia tutto”
Simone Cicconi con “Canto notturno di un lavoratore errante dell’Europa Unita”
Stefano Palmieri con “Chantal”
Stranivari con “C’est la vie”
Tamuna con “Accussì”
Vito e le Orchestrine con “Ho paura”
Ylenia Lucisano con “Il mondo tra le mani”.
Articolo di Adalberto Piccolo.