Benvenuti, allora, alla corte di Bellavista: l’irriverente #4Emergente di oggi. La sua musica? Una funambolica commistione tra i generi più disparati che strizza l’occhio al teatro canzone di Gaber abbracciando i ritmi incalzanti della ska. Enzo Fiorentino, in arte Bellavista, ha dato il benvenuto appena una settimana fa al suo primo disco da solista, “Tarantella nel Castello Putipù”, in cui da libero sfogo alla sua versatilità come musicista prendendosi beffa di quel circo variopinto che è la società attuale. Chitarre, moog, tammorre, percussioni, fisarmoniche, mellotron e bassi ricreano un sound ricco su cui imbastire la spavalda ironia con cui il #4Emergente di oggi non risparmia nessuno. A lanciare l’album “L’Italienne”, il primo singolo estratto fra le dieci tracce che compongono “Tarantella nel Castello Putipù”. Un simpatico mash-up tra le canzoni più celebri della tradizione italiana, inno d’amore verso la patria di un italiano medio di oggi, conteso tra voglia di abbandonare la terra che tanto critica e desiderio di restare attaccato alla sua gonnella. Bellavista se ne prende gioco con leggerezza, senza sconfinare in testi troppo impegnati seppur pregni di significato dietro quell’apparente spavalda ironia che ne è la cifra stilistica. Di quel circo di maschere e costumi, dietro cui amiamo celare le nostre ipocrisie, preferisce riderci su realizzando brani su cui ballare e cantare con un sorriso stampato sul viso. Sfila nei suoi pezzi una rassegna di tipi umani: dalla dama dell’alta società tutta imbellettata allo “sfigato” che ambisce a diventare “un tipo alternativo”. Tutti re in una terra senza castelli. È questa la lingua di Bellavista, pungente e dissacrante, più morbida quando ad essere toccate sono tematiche legate al suo vissuto, cedendo il passo a toni che – pur nella vivacità del sound – diventano più caldi e intimi. Non ci resta che ascoltare il “menestrello” Bellavista – come lui stesso si definisce – dal vivo, nella dimensione della canzone-spettacolo in cui il nostro #4Emergente di oggi promette di regalare saltelli e poghi per tutti.
Album: Uno. “Tarantella nel Castello Putipù” (Bollettino Edizioni Musicali/Artist First, 2016)
Genere: Ska, Teatro Canzone, Folk
Curiosità: se il nome d’arte è preso in prestito dal ristorantino di famiglia, quel “putipù” che invece figura nel titolo dell’album è uno strumento musicale membranofono del folklore napoletano
Da ascoltare quando: in auto sulla strada per andare al mare, per aggiungere solarità alla nostra giornata in spiaggia
Artisti simili: Camillorè, U’ Papun
Link utili: www.facebook.com/BellaVistaOFF
Credits: Nunzia Esposito