Oggi puntiamo le orecchie su Gheri, con la “h” non come Geri la rossa peperina delle Spice Girls, anche perché in questo caso davanti a noi c’è un bel lucchese dallo sguardo tenebroso e un timbro ruvido e graffiante. Al secolo Gabriele Cancogni, Gheri è uno di quegli artisti che solleveranno l’entusiasmo degli estimatori del “vecchio Ligabue”, quello che per molti nostalgici si è fermato a “Miss Mondo”. Strano a dirsi, considerando che il nostro #4Emergente di questa settimana ha avuto al suo fianco nella realizzazione del suo ultimo dico, “Generazione 0” (uscito il 22 aprile scorso), proprio il bravo Luciano Luisi, produttore artistico dell’album “Mondovisione” del Liga nazionale. Gheri è un emergente con tanti anni di gavetta alle spalle e tanta strada percorsa: chitarra al seguito, ha trascorso i suoi vent’anni tra gli States e Dublino, sperimentando il rock di respiro internazionale e il folk. Poi il rientro in Italia e i primi frutti da raccogliere dopo aver tanto seminato: collaborazioni con artisti di fama mondiale come Zucchero e un nuovo album. Chi, del resto, alla luce del percorso fatto, potrebbe raccontare meglio di Gheri la “generazione zero” di quest’Italia di cui restano solo macerie? L’album è una descrizione, brano dopo brano, della gioventù attuale e della sua rabbia indolente per chi, prima di lei, ha fatto incetta di tutti i beni lasciando solo briciole. Gheri la sua frustrazione per l’inclemente presente la urla a suon di rock, tra ballad e brani che si tingono di note pop e a volte folk. La racconta attraverso lo sguardo di un “borderline” (come il titolo dell’inedito che apre l’album), di chi sente di non avere un domani verso cui fare rotta pur ammettendo la colpevolezza, in parte, della sua generazione per aver lasciato “ad altri” le redini della situazione deresponsabilizzandosi. Generazione 0 è il manifesto di questo stato catatonico in cui è piombata la gioventù di oggi in un’Italia “in coma”. C’è quasi tutto al suo interno: i vani sogni di chi crede che l’Australia sia la nuova America e le altrettanto vane speranze di chi aspetta che sia un eroe a salvarlo da questo torpore, chi va incontro ad un domani già scritto e che promette altro sangue da versare, gli anni passati sui libri per ottenere un diploma che non serve a nulla, chi si ammazza di farmaci e medicinali facendo felici i “piani alti” che intanto se la spassano tra party in piscina e belle donne trattate come mercanzia. I testi si rifanno alla vecchia scuola del cantautorato più recente ma sono gli arrangiamenti a destare più interesse, ora carichi e potenti, ora frutto di commistioni tra rock, pop e folk.
“La bellezza salverà il mondo”, sosteneva Dostoevskij. Chissà che la musica non possa aiutarci a salvare dal baratro questa “generazione zero” di cui Gheri ci offre un realistico affresco.
Ultimo Album: “Generazione 0” (2016)
Genere: Rock
Curiosità: Gheri ha frequentato anche, per 3 anni, gli Actor’s Studios di Roma dove ha seguito i corsi di recitazione cinematografica
Frase tratta da un suo brano: “Noi generazione zero, figli del XXI secolo nati fuori pericolo e persi dietro l’angolo. Gli ultimi a nascere e i primi a correre”
Da ascoltare quando: dopo una giornata stressante in cui vorresti urlarle ai quattro venti, funzionerà come un palliativo alla propria rabbia
Artisti simili: Luciano Ligabue, Enrico Ruggeri
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