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NEGRAMARO: Il miglior gruppo rock italiano non ha peccato! RACCONTO DAL FOUR DI ASSAGO

Milano, 14 Dicembre, prima delle tre date della band pugliese al Forum di Assago, sold out già da qualche mese. Il palazzetto si riempie lentamente, ma alle nove in punto è quasi tutto pieno e pronto alla Rivoluzione. Niente band di apertura, non ce n’è bisogno. Un lento crescendo di parti strumentali accompagna lo spegnimento delle luci, finché non si vede altro che due grandi occhi nello schermo piazzato sul palco, e lo spettacolo comincia. L’avvio è davvero esplosivo, e per i primi due brani (Sei tu la mia città, e Il posto dei santi) i Negramaro si esibiscono sotto un effetto vedo non vedo dietro alla stuccante scenografia animata che ci porta prima tra le vie di una metropoli, e poi in fondo al mare, tra sirene e meduse.

Pensavate malignamente, come noi, che Giuliano Sangiorgi avesse un po’ perso lo smalto e che nel complesso il sound del gruppo non fosse più così incisivo? Ci sbagliavamo: sono stati sufficienti i primi due acuti per farci ricredere. Come se non bastasse, il cantante ha dimostrato come la sua voce possa essere graffiante, non solo con Attenta, ma anche nel rispolverare vecchie glorie (come Meraviglioso, Un Passo Indietro, e la sempreverde Nuvole e Lenzuola), senza mai stonare. Tra chiacchierate con il pubblico e testi cambiati per rendere ancora più vivo il coinvolgimento, lo show continua a ritmi elevati, da veri rocker che ti fanno venire la tachicardia. Forse è per questo che proprio a metà concerto, durante Se io ti tengo qui, Giuliano fa fermare tutto e tutti per dire che un ragazzo non si sentiva bene, farlo venire proprio sotto il palco e chiedergli come stesse, così bianco cadaverico, per poi ricominciare il pezzo da capo (un po’ infastidito dall’interruzione). I Negramaro fanno rock, e lo fanno bene. Si concedono a delle contaminazioni di progressive rock tra una canzone e l’altra, tanto forti quanto inaspettate, ai limiti dello psichedelico, con il dovuto aiuto di luci e colori sgargianti. Omaggiano anche i Pink Floyd, quando durante La Rivoluzione Sta Arrivando lasciano alle loro spalle un filmato che ricorda tanto il video di Another Brick in The Wall.

Unica pecca dell’esibizione è l’assenza di alcune pietre miliari come Londra Brucia o Solo per Te, nonostante il quarto d’ora canonico di voce e pianoforte che Giuliano ci regala, biglietti-concerto-negramaro_ex560x350con mash-up e brani ri-arrangiati. Assenza giustificata dalla mancanza di tempo, perché – bisogna ammettere – gli artisti non si sono per nulla risparmiati, regalandoci più di due ore e mezza di concerto. A conclusione della performance la band sceglie il momento dell’encore per calare il tris d’assi, chiudendo con Parlami d’Amore (la leggendaria canzone che vinse l’ultimo Festivalbar), L’Immenso e Mentre tutto Scorre in una versione molto Daft Punk. Si accendono le luci, tutti i musicisti rimangono in piedi a ringraziare e prendersi i meritati applausi. Il miglior gruppo rock italiano non ha peccato, lasciamo allora che i Negramaro scaglino la prima pietra e ci portino con sé nella rivoluzione, che è arrivata, e si fa sentire.
A cura di Giorgio Cesari

 

Scaletta

Sei tu la mia città

Il posto dei santi

Attenta

Meraviglioso

Nuvole e lenzuola

L’ultimo bacio

Un passo indietro

Se io ti tengo qui

Cade la pioggia

Sole

Una storia semplice

Via le mani dagli occhi

Sei – Fino alla fine – Lo sai da qui

La rivoluzione

Ti è mai successo

L’amore qui non passa

 

Encore

Parlami d’amore

L’immenso

Mentre tutto scorre

Redazione

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