Non c’è stata finora una tappa di questo tour che sia stata almeno un filo sottotono, e figuriamoci se poteva esserla quella di Roma, la città che somiglia al frontman (“siamo quasi uguali, atomo per atomo!”, grida Pau, facendo esplodere un Palalottomatica dai grandi numeri).
E non c’è stata una tappa sottotono perchè Pau, Drigo e Mac sono in forma come lo erano 15 anni fa, (facendo anche salire un po’ di invidia a redattori musicali trentenni e con la pancetta che 15 anni fa gridavano Mammamaè ed oggi ancora non riescono a smettere di sognare, e ogni riferimento è puramente voluto), sono ancora belli, bravi e rock come lo erano 15 anni fa e soprattutto tirano fuori uno concerto di musica e poesia di livello straordinaro, immersi in uno spettacolo di luci in cui ci si perde inebriati dagli arpeggi delle chitarre.
Dal centro della jungla della Capitale, tra riff dal sapore new wave direttamente dal 1989, arpeggi delicati e schitarrate violente, una fantastica commistione tra vecchie hit e le canzoni del nuovo album, intitolato semplicemente “9”. Canzoni che sono rimaste nel cassetto una vita affiancate a canzoni che da una vita accompagnano il pubblico italiano: Magnolia, In Ogni Atomo, Bambole, Mammamaè, e naturalmente Ho imparato a sognare.
Sempre uguali ma sempre diversi, in un viaggio musicale che dura da più di vent’anni e che nel frattempo ha fatto appassionare migliaia di persone, tutte pronte a rotolare verso sud solo per seguire le proprie emozioni. Brividi e momenti di vero rock, armoniche leggiadre e scale pentatoniche violente: semplicemente, “una gioia infinita”.