“Chiariamo subto cosa non è, ovvero una ricapitolazione storica dell’alta moda taliana, e tantomeno un racconto imbevuto di nostalgia.”
Maria Luisa Frisa introduce così la mostra Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968, aperta al pubblico dal 2 dicembre 2014 al 3 maggio 2015, presso il Museo Nazionale delle arti del XXI secolo, MAXXI.
La mostra, che sarebbe anche più divertente definirla un esperimento sociologico, curata da Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo e Stefano Tonchi, è un tentativo di ritrarre, attraverso la lente privilegiata dell’alta moda, la cultura italiana in un momento di creatività straordinaria, facendo rivivere al MAXXI le atmosfere e gli stili di un periodo che ha contribuito a definire in maniera unica il carattere e lo stile degli italiani a livello internazionale.
Non a caso infatti il direttore artistico del MAXXI, Hou Hanru, durante la conferenza stampa del 28 Novembre scorso, ha definito questa mostra un altro progetto ambizioso per il museo, che riesce ad inserire la moda “passata” in un museo di arte contemporanea; fermo restando il legame imprescindibile moda-arte, l’aspetto sicuramente più audace è il fatto di far rivivere attraverso la grande moda di quegli anni, lo sviluppo culturale e artistico che ha investito l’Italia della “felice ricostruzione”.
“… una riflessione critica e culturale su una stagione particolarmente felice ed effervescente che ha visto un interscamio vivacissimo tra diverse discipline”, commenta Maria Luisa Frisa.
In un affresco in cui cinema, pittura, architettura e fotografia intrattengono un dialogo proficuo con la moda, ecco che questa si presta alla creatività degli artisti, diventando vero e proprio atto creativo e, come tale, capace di definire e rappresentare uno straordinario momento di vitalità culturale italiana.
“chi la indossa gli abiti è una donna italiana, uscita dagli anni della guerra, affamata e impaurita, ma libera da pregiudizi, capace di ridefinirsi in maniera indipendende, protagoniste del loro destino pubblco, come di quello privato. Questo nuovo senso di autonomia e libertà, trovano nella moda un terreno di espressione privilegiato. Potendola definire moda neo-realista, questo nuovo senso di praticità e concretezza attecchisce molto sulle donne americane di classe, ponendo la base all’impero del made in Italy” interviene Stefano Tonchi.
Attraverso l’allestimento essenziale e contemporaneo dell’architetto Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Bellissima mette in scena una selezione di 80 abiti di autori che hanno costruito l’identità della moda italiana. Dalle creazioni spettacolari che hanno illuminato i grandi balli e i foyer dei teatri del secolo scorso, accompagnate dalle abbaglianti espressioni dell’alta gioielleria, all’eleganza trattenuta degli abiti da mezza sera dal grafismo rigoroso del bianco e nero all’esplosione cromatica-sospesa fra orientalismo allucinato e pop art spaziale – tipica degli anni Sessanta; dalle invenzioni per le attrici della Hollywood sul Tevere (con gli abiti disegnati per Ava Gardner, Anita Ekberg, Ingrid Bergman, Lana Turner, Kim Novak, Anna Magnani) agli esiti della sofisticata ricerca formale frutto di alcune intense collaborazioni fra sarti e artisti. E poi i completi da giorno, i tailleur e i cappottini che raccontano di un lusso ricercato anche nel quotidiano.
Accanto agli abiti, che rivivono sui manichini La Rosa, in mostra anche gli accessori – bijoux, scarpe, cappelli, borse – che hanno completato l’immagine della moda italiana e che hanno lanciato il nostro alto artigianato nel panorama internazionale (tra cui Coppola e Toppo, Ferragamo, Fragiacomo, Gucci, Roberta da Camerino).
Radicato da sempre in Italia nell’ambito del gioiello, nonché main partner della mostra, il marchio Bulgari, mette in scena una selezione di pezzi unici rappresentativi di un periodo chiave nella storia dell’industria Bulgari a livello di sperimentazione e innnovazione stilistica; complemento ideale per gli abiti, anche i gioielli, espressione di gusto e personalità, eleganza e vivacità, mettono in luce i fermenti culturali dell’epoca.
Ancora, il libro edito da Electa, disponibile in inglese e italiano, con più di 500 immagini, che raccontano il paesaggio dell’alta moda italiana del dopoguerra, una sorta di “altante visivo” che rende omaggio a quelle città ( Milano, Venezia, Napoli, Roma…) che hanno contribuito a una delle più belle pagine della storia del costume in Italia.
A completare il tutto, la mostra si inserice al’interno di un progetto molto più ambizioso: Controcanto – realizzato grazie al sostegno di Alta Roma, è un ricco programma di approfondimento e incontri che accompagnerà la mostra per tutta la sua durata. Si parte il 13 dicembre con un ciclo di sei lezioni sulla storia della moda, dai primi del ‘900 a oggi. A gennaio prende il via una rassegna di film classici, con La decima vittima di Elio Petri e 8 ½ di Federico Fellini e un incontro col costumista Premio Oscar Piero Tosi. Sempre a gennaio, partirà I big della moda, cinque incontri con alcuni protagonisti che hanno contribuito alla diffusione dello stile italiano: Roberto Capucci, Frida Giannini (Gucci), Antonio Marras, Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli (Valentino), il fotografo Giovanni Gastel. Inoltre ci saranno presentazioni di libri sulla moda e, a marzo, una masterclass sulla fotografia di moda con Moustafà Sabbagh.
Opportunità singolare non solo per l’esposizione della mostra, ma anche per il percorso culturale allestito in seguito, che permetterà a molti di conoscere – e apprezzare – i talenti e la ricchezza delle nostre radici estetiche.