Per quanto lui stesso ami il cinema, possibilmente horror e seguito da una bella pizza, il rapporto di Dylan Dog con il grande schermo non è mai stato dei migliori, sia che fosse citato indirettamente nell’adattamento di un romanzo del suo stesso creatore (DellaMorte DellAmore), sia che fosse reinterpretato in chiave a stelle e strisce e trasferito a New Orleans (Dylan Dog – Il film).
Con Vittima degli Eventi, Luca Vecchi e Claudio Di Biagio cercano di coniugare la passione per l’Indagatore dell’Incubo con quella per la Settima Arte, mediando fra le due posizioni alla ricerca di un risultato che onori entrambe. L’obiettivo, a parere di chi scrive è centrato solo in parte, ma in modo encomiabile. Andiamo a spiegare perché.
Ambientato in una Roma contemporanea che si rivela un set alternativo tranquillamente all’altezza della Londra dylaniana, Vittima degli Eventi si apre con un prologo ben realizzato, che richiama perfettamente le modalità espressive degli albi Bonelli e presenta subito il fan movie come un prodotto curato dal punto di vista tecnico, con una buona regia, una fotografia azzeccata ed effetti speciali sorprendentemente ben fatti.
Questa qualità tecnica si mantiene anche per il resto del film, rendendolo un prodotto che ambisce ad un riconoscimento di qualità superiore all’esperimento fra amici e dimostrando, al pari di quanto già ottenuto da Hive Division con il fan movie su Metal Gear Solid, che non è impossibile ottenere prodotti di qualità a basso costo.
La storia raccontata, che qui non andremo a svelare, è anch’essa in linea perfetta con quelle che hanno caratterizzato, almeno fino ad oggi, gli albi dell’Indagatore dell’Incubo, pecca un po’ di elaborazione, poteva essere scritta meglio e con più attenzione agli snodi narrativi. In questo Vittima degli Eventi denuncia quei limiti di sceneggiatura che sono il tallone d’Achille del cinema italiano contemporaneo, non quindi un problema strettamente legato al fan movie in questione, che anzi ha il “pregio”, se vogliamo, di non essere lontano dalla media dei film “professionali”. Altro pregio è quello di riuscire ad inserire in una sola opera una serie davvero consistente di rimandi al fumetto e alla sua storia, in modo armonico e non forzato, denunciando attenzione e cura, oltre all’evidente passione per l’opera d’origine.
Sul piano delle caratterizzazioni, se perfette sono quelle di Groucho (Luca Vecchi), Bloch (Alessandro Haber) e Madame Trelkowsky (Milena Vukotic), è paradossalmente proprio quella di Dylan (Valerio Di Benedetto) a lasciare più perplessi: da un punto di vista estetico la resa è curata ed efficace, ma il personaggio sullo schermo manca dell’ironia e del savoir faire dell’Old Boy, risulta più costantemente cupo di quanto non sia il personaggio Bonelli e anche più “saputello”, intendendo con questo che le classiche citazioni a memoria da testi, film e quant’altro risultava utile Dylan sapesse nel fumetto e spiegasse al lettore, in questa trasposizione diventano quasi irritanti per come sono esposte, un mero sfoggio di cultura, spesso gratuito e quasi supponente.
Va da sé che questi “problemi” sono relativi se si riconosce a Vittima degli Eventi lo status di mero fan movie, ma dato che il prodotto dimostra delle potenzialità ben superiori, le critiche riportate vogliono essere soprattutto uno sprone per il futuro, perché questo mediometraggio si presta dannatamente bene ad essere interpretato come pilota di una serie tv di buon livello, finalmente made in Italy dal concept alla realizzazione.