Infanzia e magia nel ritorno del maestro cileno
Sullo sfondo della crisi del 1929 magia e passato sfilano in La danza della realtà, capolavoro di due ore del regista cileno Alejandro Jodorowsky, che torna dopo 23 anni con un suo lungometraggio raccontando della propria infanzia (che “trasforma”), a Tocopilla. Il confine tra l’onirico ed il vero è sottile ma il film, che si presenta difficilmente “piazzabile” nella tradizionale distribuzione, è arte sul grande schermo.
“E’ pieno di colori perché va visto con gli occhi di un bambino” spiega Jodorowsky in una conferenza stampa-fiume alla Casa del Cinema di Roma. Tre dei suoi figli vi recitano, Brontis impersona il padre severo, che vestiva come Stalin sottoponendo il futuro scrittore ad una rigida quanto violenta educazione. Mentre con la madre si prende la licenza poetica di farla cantare invece che parlare (“mamma aspirava ad essere una cantante”). Distribuzione Garabombo Arte in Movimento di Salvatore Pecoraro. Il film è uscito un anno fa in Francia e inizia ora un tour in Italia.