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#RomaFF9 presenta: The Italian Secret. Gli eroi invisibili

Tra le proposte più interessanti di questa edizione del Festival Capitolino, il documentario di Oren Jacoby, intitolato “The Italian Secret – Gli eroi dimenticati”. L’Italia più bella che viene finalmente a galla. Dopo tutto l’orrore delle guerre, l’intolleranza, la deportazione, in un clima contemporaneo ancora e forse ancor più colorato di cinismo e individualismo, questa pellicola appare come un faro nella notte e strappa commozione pura nello scoprire un paese bellissimo nella sua geografia e coraggioso nel suo popolo.

Gino Bartali, fenomeno del ciclismo che, nell’era del fascismo, non solo respinse con fermezza la pretesa del partito di ergerlo a icona del fascio, ma salvò migliaia di vite trasportando documenti falsi all’interno della sua bicicletta. Il Dottor Giovanni Borromeo inventò una malattia inesistente per spaventare le SS e tenerle lontane dall’ospedale sull’Isola Tiberina in cui nascondeva gli ebrei. Con loro tantissimi altri uomini comuni che, rischiarono la loro vita per salvarla a degli sconosciuti.

L’opera dosa sapientemente le testimonianze commosse dei sopravvissuti giunti in Italia per rendere grazie a chi ne seppe cogliere l’umanità salvando loro la vita, con lunghi piani sequenza di quei paesaggi densi di significato, colli e monti che nascosero i “giusti”, conventi e palazzi le cui architetture assurgono il ruolo di custodi di vita.

Pochissime le ricostruzioni storiche, necessarie solo a sottolineare il terrore provato da chi, senza alcun motivo reale, è stato privato di ogni diritto e dignità, finanche della vita. “La storia una cosa è leggerla sui libri, molto altro è viverla” afferma Ursula Korn Selig, tornata in Italia per dire addio e ringraziare il suo vecchio amico, Monsignor Beniamino Schivo, il prete che aiutò la sua famiglia a nascondersi dandogli un rifugio a città di Castello, in Umbria.

Quella grande macchia di cui spesso è tacciato il popolo italiano, l’omertà, si erge qui a qualità suprema, la solidarietà di interi paesi al servizio di chi semplicemente non poteva morire perché “diverso”.

Consiglio caldamente la visione di questo gioiello a chiunque, ma soprattutto alle nuove generazioni di giovani, che possano andare fieri di essere italiani, che possano trovare ispirazione per un domani più giusto.

Alice Ungaro

About Author

Gravita nel mondo dello spettacolo e dell’audiovisivo sin da piccola, manifestando capacità organizzative e di leadership che la conducono velocemente dall’altro lato della camera. Fermamente convinta che lavorare con passione sia l’unico modo di lavorare, ha fatto dei suoi interessi il suo “core business” specializzandosi nell’organizzazione eventi e nella comunicazione.

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