Primo film del concorso torinese, un elegiaco passaggio di consegne per Pilote che trova l’America in Quebec
Quasi un rito funebre, una preparazione alla morte in cui far specchiare il tempo che passa, la società che cambia: Pilote guarda agli attimi penosi del suo protagonisti, al tentativ o maldestro di cambiare vita a più di 60 anni con partecipazione e delicatezza, un pizzico di nostalgia e un filo di pietà. Il film calca un po’ la mano sul fattore della malinconia, attraverso le immagini arcadiche, l’uso degli animali come controcanto alla brutalità umana, delle msuiche di sapore country; eppure funziona soprattutto in virtù della bravura di Gabriel Arcand, primo serio candidato al premio come migliore attore del festival.