Amelio tenta la carta dell’ironia e del tocco surreale con un ottimo Albanese, ma l’esperimento gli riesce a metà.
Scritto da Amelio con Davide Lantieri, L’intrepido è una commedia drammatica, o un dramma con il sorriso, che si cala nel contesto della crisi nera dell’economia e dell’occupazione in Italia senza la sociologia o gli appigli realistici di quasi tutto il cinema nostrano per cercare una nuova via, che guardi a Chaplin e alle comiche (grazie alla verve e al talento di Antonio Albanese), che tratteggi i personaggi con ingenuità misteriosa e indefinibile. E fino a che resta sui toni pastello a contrasto con la miseria, L’intrepido mostra tocco e intelligenza; è quando si affaccia sul pathos, quando cerca di approfondire in senso tragico i rapporti tra i personaggi, quando cerca di tornare a schemi più consueti, le tensione e l’interesse calano, sfiorando il fallimento. Poi però arriva il tocco del grande regista, e il bellissimo finale restituisce la forza del cinema a un film che a tratti rischia di dimenticarla.