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Unstoppable Momentum – Joe Satriani

Il 14° album di Satriani è un solare viaggio nei recuperi vintage e tagli moderni

Joe-Satriani-news_1Guitar hero per eccellenza, forse il più amato per non essere mai sceso a compromessi (come Steve Vai o Carlos Santana) ma al tempo stesso per non essersi fossilizzato in ridicole pose (Yngwie Malmsteen), Joe Satriani arriva alla pubblicazione del suo 14° album solista con Unstoppable Momentum, edito da Epic Records e dedito ad ampliare i suoni iper-tecnici scavando tra le pieghe delle atmosfere, tra recuperi di sonorità più d’annata e brani sapientemente moderni.

Ovviamente la formula è molto simile ad altri album di Satriani: esclusivamente strumentale ma lontano dal progressive in senso stretto, Unstoppable Momentum costruisce i brani come assoli con un impalcatura più strutturata, riuscendo però a non chiudersi nella semplice esibizione, ma cercando di arrangiare, di costruire, di restituire idee e atmosfere dal metal al rock ‘n’roll fino a tratti vintage e funky che colorano bene il disco.

Aperto dalla title track, tra le più contemporanee per scansione ritmica (il grande Vinnie Colaiuta alla batteria) e la chitarra sintetica, il disco mette in chiaro le cose con Can’t Go Back, un funk quasi Stonesiano illuminato da una chitarra dal grande feeling, sorprende con Three Sheets to the Wind, che oltre a richiamare il blues usa le tastiere di Mike Keneally in modo quasi valzeristico e trascina col riffing scatenato di Jumpin’ In, forse il pezzo migliore del disco, perfetto combinazione di tecnica e calore esecutivo – seguito dall’altrettanto “classica” Jumpin’ Out -, per chiudere con il rockabilly di A Celebration, che rende a pieno il senso di un disco solare e gioioso.

Satriani più che sulla velocità e sulla pulizia punta alla melodia, al timbro, alla resa di un suono che debba coinvolgere più che sconvolgere, ed è per questo che anche la resa live dei suoi brani è superiore alla media degli altri eroi della sei corde. E Unstoppable Momentum conferma, oltre che il talento di un musicista, anche la sua capacità di pensiero e composizione. E non è poco nel terribile mondo dei guitar hero.

Emanuele Rauco

About Author

Nato a Roma il 18 luglio del 1981, si appassiona di cinema dalla tenera età e comincia a scrivere recensioni dall'età di 12 anni. Comincia a collaborare con il giornalino scolastico e, dopo aver frequentato il DAMS di Roma 3, comincia a scrivere per siti internet e testate varie: redattore e poi caporedattore per il sito Cineforme, ora Cinem'art Magazine, e per la rivista Cinem'art, redattore e inviato per RadioCinema. Inoltre scrive per Four Magazine, di cui è caporedattore, e altre testate on line ed è curatore di un programma radiofonico su cinema e musica, Popcorn da Tiffany su Ryar Radio. Collabora per le riviste Il mucchio e The Cinema Show – primo mensile cinematografico per iPad – e per il quotidiano L'opinione. Alcuni suoi scritti sono stati pubblicati su saggi e raccolte critiche, tra cui la collana Bizzarro Magazine di Laboratorio Bizzarro ed è spesso ospite in trasmissioni radiofoniche e televisive come Ma che bella giornata o Square e I cinepatici di Coming Soon Television. Ha un canale di youtube in cui parla di cinema, spettacolo, cultura e comunicazione.

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