Dal nostro corrispondente a New York
Troppo Nolan per un Solo Pipistrello
The Dark Knight Rises però non è assolutamente un lavoro senza pregi, tutt’altro. La seconda metà del film si ricompatta, si carica di tensione drammatica, offre momenti di cinema visivamente emozionante. Anche se non originale – Bane in realtà costruisce a Gotham una versione più razionale dell’anarchia portata da Joker ne Il cavaliere oscuro, quindi tutto sommato meno inquietante – il crescendo che porta al confronto finale è decisamente efficace. Purtroppo Nolan però appare più concentrato ad architettare il suo puzzle narrativo che a concentrarsi su atmosfera, bellezza dell’immagine, direzione degli attori. Ecco allora che negli ultimi minuti The Dark Knight Rises esplode in una serie di twist francamente esagerata, che disperde l’emozione invece di trattenerla intorno allo scontro principale. In questo modo viene dilapidato tutto o quasi ciò che di buono era stato (ri)costruito nella mezz’ora precedente.
Christopher Nolan deve ricominciare a trovare compattezza e stringatezza nelle storie che vuole raccontare. Due ore e quaranta per un film di supereroi sono davvero troppe. Se la sua incredibile capacità di trasporre le sue idee in immagini lo aveva “salvato” come accennato ne Il cavaliere oscuro e ancor di più nel bellissimo Inception, stavolta apparendo meno ispirato (magari perché stanco di Batman, come sarebbe anche comprensibile…) a livello visivo mostra molto più chiaramente le lacune del suo ostentato gioco ad incastri. The Dark Knight Rises, pur con tutti i suoi momenti di grande cinema, è un prodotto strabordante e disarticolato. Per quanto riguarda gli attori nessuno brilla come in occasioni precedenti, e il migliore in scena è senz’altro il contenuto Gary Oldman. Sarebbe stata decisamente più efficace una brava Anne Hathaway, ma la sua Catwoman precedendo nel film perde troppo mordente come figura ambigua.
Un’ultima annotazione: anche se pensiamo che Nolan non abbia mai avuto come interesse primario la sorpresa nell’ideare i suoi artifici all’interno della trama, bisogna però constatare che gli interminabili mesi di congetture, illazioni e purtroppo anche spoiler riguardanti la storia hanno portato a una snervante e dannosa perdita di sorpresa. In questo modo non si è fatto altro che svilire l’efficacia di un prodotto, evidenziandone al contrario la meccanicità di alcuni elementi. Se The Dark Knight Rise non funziona poi così tanto, forse è anche perché già ne sapevamo fin troppo.