I Normodotati e i Normodopati delle Olimpiadi di Londra
Il padre si è preso la colpa pur di togliere un po’ di pese alle spalle martoriate del figlio, dicendo che è compito di un padre capire i momenti di debolezza di un figlio e che lui non l’ha fatto. La stessa sostanza dopante scelta da Schwazer, l’EPO droga vecchissima nel mondo del doping comprata addirittura su internet, e le interviste a caldo, senza nascondersi dimostrano l’ingenuità di un ragazzo che voleva solo vincere di nuovo, anche se nel modo sbagliato. Le pietre per linciare, rimettiamocele in tasca. E concediamoci un paio di momenti tipicamente olimpici: perché se tutti pensano ai record, le Olimpiadi si fanno anche con i fallimenti epici. Come quello di Stephan Feck, autore del peggior tuffo della storia dei giochi: nelle eliminatorie del trampolino da 3 metri, dovendo eseguire un triplo e mezzo avanti rovesciato carpiato ha un’incertezza nel salto, sbaglia a prendere le gambe in volo e rimane senza presa, la rotazione va malissimo e Feck finisce completamente piatto, sbattendo la schiena all’acqua. Voti: tutti 0, tuffo mancato. E infatti il povero – e irriso – Feck si ritira, dolorante alla schiena.
Più bella la storia di Chris Colwill, tuffatore americano sordo per il 60%, portabandiera americano ai mondiali di Roma del ’09 e 4° alle scorse Olimpiadi. Per tuffarsi ha bisogno che un giudice gli si metta a portata di vista per dargli i segnali di salita ed esecuzione, ma come ha detto lui stesso la sordità è per lui un vantaggio. Peccato che stamattina in semifinale, Colwill abbia fatto un errore grave poco meno di Feck, finendo in acqua di faccia. A Londra invece arriverà, ma fra qualche giorno, Assunta Legnante: perché la primatista italiana indoor e outdoor del getto del peso, campionessa europea indoor nel 2007, parteciperà alle Paralimpiadi essendo divenuta cieca a causa di un glaucoma congenito che le aveva rosicchiato la vista e le prestazioni fin dai giochi di Atene, per cui l’idoneità era in dubbio. La forza dei risultati l’ha fatta andare avanti, poi però Agnese si è dovuta arrendere, ma fino a un certo punto: l’11 maggio ha battuto 2 volte il record mondiale paralimpico, migliorandosi l’8 giugno.
Il medagliere italiano si arricchisce di un oro di Campriani nel tiro (carabina 3 posizioni), un argento nel tiro a volo (fossa olimpica) con Fabbrizi e un bronzo con Morandi negli anelli, che con un po’ di lavoro avrebbe potuto puntare almeno all’argento. A 31 anni, la delusione è comprensibile. A 39 invece c’è solo gioia: un altro commovente addio le Olimpiadi l’hanno riservato infatti a Yordan Yovchev, bulgaro signore degli anelli che alla 6^ olimpiade in uno sport in cui sopra i 25 anni sei un residuo, si ritira andando in finale dopo 1 argento e 3 bronzi olimpici e 4 titoli mondiali. Si andrà a riposare, forse, su quelle spiagge d’inverno che sono i campi londinesi di beach volley, nei quali le squadre italiane si sono fermate ai quarti di finale: senza spiagge, Londra ricopre una piazza di sabbia, come si fa un po’ ovunque nel mondo. Ma alle Olimpiadi piove quasi in continuazione e fa 17/18 gradi. Più che giochi estivi, sembrano giochi autunnali.