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Hanno ucciso l’uomo ragno 2012, Max Pezzali incontra il rap

Il Primo Disco degli 883 Reinterpretato a 20 Anni di Distanza con l’Aiuto di Giovani Realtà Hip-Hop

Dall’America con entusiasmo: sarebbe potuta essere questa la tag-line dell’esordio degli 883. Perché quando il 10 febbraio 1992 Hanno ucciso l’uomo ragno sconvolse le classifiche italiane lo fece con un disco di pop puro, filtrato dalla disco music e da venature rap (si chiamavano I Pop prima del successo) che forse non si erano mai sentite in Italia. Merito del geniaccio di Claudio Cecchetto e di Max Pezzali (assieme al salterino sodale Mauro Repetto), cantante e autore di un disco culto: che 20 anni dopo si ripropone – col titolo Hanno ucciso l’uomo ragno 2012 – in una versione arrangiata e cantata quasi ex-novo assieme ai featuring dei rapper e gruppi hip-hop più in voga del momento.

Un modo per Pezzali per fare il punto della situazione sul percorso intrapreso dalla sua musica negli ultimi due decenni, da quell’impasto acerbo ma efficace ed evidentemente vincente di giovanilismo e malinconia, sintetizzatori e bassi pesanti, che fa il paio anche con il tributo indie-rock che gli ha dedicato la rivista Rock.it e i gruppi alternative della scena italiana. A riascoltare un disco contrappuntato dai messaggi in segretaria di amici e colleghi che fanno gli auguri a Max per questi primi 20 anni emerge prepotente infatti il tratto nostalgico già presente in quei bozzetti di provincia e periferia, nei sogni illusori di un gruppo di ragazzini che si sballavano a colpi di luci stroboscopiche e sale giochi.

La forza comunicativa, invecchiata nei testi da bar e nei suoni da elettro-wave anni ’80, è rimasta proprio tra le pieghe di quella sorta di piccola elegia provinciale: la crescita e le responsabilità incarnato dalla morte del supereroe per eccellenza nella title-track (con Dargen D’Amico), la sensualità improvvisata e castissima di Lasciati toccare con Baby K., i ricordi freschissimi eppure già virati seppia di Jolly Blue (con Fedez). E quindi il pezzo più bello e coerente non può che restare Con un deca – non a caso parafrasato dal titolo (Con due deca) della compilation citata prima – risuonato con i Club Dogo, dall’andamento trascinante reso (molto) vagamente springsteeniano dal riff di sassofono.

Non fa eccezione, come atmosfera, il primo singolo e unico inedito, Sempre noi, in cui i fratelli di sangue Pezzali e J-Ax duettano in un rock senza pensieri, che sempre l’inno di chi a 40 anni è ancora indeciso tra mettere la testa a posto e trovare un posto in cui mettere la testa. Dispiace solo che il progetto non abbia avuto più coraggio nell’osare in chiave musicale, nello sfruttare di più e meglio i giovani  rapper, relegati ad apparizioni di poco peso, che non trasformano Hanno ucciso l’uomo ragno 2012 in una reale versione rap di quel disco. Ma forse non era a questo che serviva questa operazione, quanto piuttosto a rispolverare un disco e il suo modo di suonare al pubblico di 2 generazioni.

Se volete leggere l’intervista con Max Pezzali cliccate qui

Emanuele Rauco

About Author

Nato a Roma il 18 luglio del 1981, si appassiona di cinema dalla tenera età e comincia a scrivere recensioni dall'età di 12 anni. Comincia a collaborare con il giornalino scolastico e, dopo aver frequentato il DAMS di Roma 3, comincia a scrivere per siti internet e testate varie: redattore e poi caporedattore per il sito Cineforme, ora Cinem'art Magazine, e per la rivista Cinem'art, redattore e inviato per RadioCinema. Inoltre scrive per Four Magazine, di cui è caporedattore, e altre testate on line ed è curatore di un programma radiofonico su cinema e musica, Popcorn da Tiffany su Ryar Radio. Collabora per le riviste Il mucchio e The Cinema Show – primo mensile cinematografico per iPad – e per il quotidiano L'opinione. Alcuni suoi scritti sono stati pubblicati su saggi e raccolte critiche, tra cui la collana Bizzarro Magazine di Laboratorio Bizzarro ed è spesso ospite in trasmissioni radiofoniche e televisive come Ma che bella giornata o Square e I cinepatici di Coming Soon Television. Ha un canale di youtube in cui parla di cinema, spettacolo, cultura e comunicazione.

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