Si chiama “La Storia Parte Da Qui” il nuovo album del giovane duo italiano che dopo aver vinto il festival di Sanremo nel 2008 con i brano “L’amore”, hanno visto la loro carriera musicale decollare non solo in Italia ma anche e soprattutto in altre parti del mondo. È il caso dell’America Latina, dove i due fratelli Luca e Diego Fainello, membri del gruppo, hanno riscosso un notevole successo, e del Giappone. I Sonohra hanno avuto modo di raccontarsi a Four Magazine, ma soprattutto descrivere il loro successo internazionale. Sicuramente l’aspetto più bello è quello di riuscire a portare la tua musica fuori dal tuo paese e spere di piacere. È bello sapere anche di arrivare al pubblico, non solo a livello musicale ma anche come persone. È un aspetto del successo difficile da raggiungere.
Le vostre canzoni vengono riadattate all’estero?
I nostri brani restano gli stessi, alcune, magari le più commerciali riusciamo a trascriverle magari in spagnolo, da qui il successo proprio in America Latina.
Quanto viene apprezzato il made in italy musicale fuori dall’Italia?
Molto bene, principalmente per un aspetto culturale. Noi italiani siamo in un certo senso famosi in tutto il mondo, per diverse cose. Di conseguenza la musica diviene anche un ponte, un tramite, un approccio molto positivo nei confronti dei luoghi che visitiamo e che viviamo. Anche questo è molto importante perché alla fine non tutto deve ruotare per forza sempre e solo sul denaro.
A breve inizierà in tutta Europa, e anche in Italia, il Tour Music Fest, un evento musicale per band ed artisti emergenti. Che consigli dareste a tutti i giovani che cercano di riuscire nella musica?
Il consiglio principale è quello di fare ed intraprendere questo mestiere per passione, è un ambito molto insidioso, pieno di difficoltà e di persone di ogni tipo. Bisogna fare i musicisti perché si sente dentro, non per altri interessi o scopi.
Siamo curiosi, anche se la domanda potrebbe sembrare ovvia, di sapere com’è stato vincere Sanremo. Che cosa si prova a salire sul palco dell’Ariston?
Devi considerare che provenivamo da una realtà di paese, di pub, si piccoli locali. Già il solo lire su quel palco, entrare in quel teatro è stata un’esperienza da brividi. Tutte quelle persone che si aspettano di sentire una bella canzone, alcuni ti fissano e mentre canti non sai che fare. Vincerlo poi, quel Festival, è stato incredibile: ti ritrovi catapultato in una realtà pazzesca.