17 Ragazze, il Film delle Sorelle Coulin dopo la Polemica con la Commissione Censura
17 ragazze racconta la vicenda di un gruppo di adolescenti che decidono volontariamente di affrontare una gravidanza come segno di ribellione ed emancipazione personale, nella speranza che la nascita del proprio bambino possa aprire nuove prospettive verso il futuro: si tratta di un tema senz’altro complesso, ma le sorelle Coulin non scelgono certamente né la strada della morbosità né dell’esaltazione preconcetta, dando vita a un’incursione discreta e molto umana nella quotidianità di una provincia industriale schiacciata dalla crisi dove è difficile coltivare speranze e ambizioni.
Il tratto sottile e delicato del progetto non ha però convinto la Commissione che aveva così motivato la propria decisione: “il clima di suggestione fra i ragazzi e i comportamenti estremamente trasgressivi, in particolare le scene di pericolo alla guida, la scena di abuso del fumo in condizioni particolari di salute e le difficoltà con la gestione del proprio comportamento (…) evidenziano la possibilità di emulazione ai minori non in grado di elaborare il senso profondo del film che risulta invece particolarmente adatto ad un pubblico più adulto in grado di coglierne il significato profondo”.
Un vero peccato, anche perché una tale restrizione pareva non solo poco consona al tono e alle scelte narrative del film ma anche sminuente nei confronti della capacità dei più giovani nel confrontarsi con serietà a riflessioni tutt’altro che banali: una denuncia questa che aveva coinvolto in primis una delle due registe (Muriel), che aveva definito la censura “stupida e cattiva” e che aveva sottolineato come 17 ragazze fosse stato presentato senza problemi anche in Paesi potenzialmente meno aperti e disponibili rispetto ai temi del film, come l’India.
Ma c’è sempre tempo per un lieto fine: proprio ieri infatti la Commissione d’Appello della Censura ha accolto il ricorso della casa di distribuzione e ha rimosso il divieto ai minori di 14 anni perché “non sussiste motivo di divieto e quindi il film è da considerarsi ‘per tutti’”.
Inutile sottolineare come anche questo caso riapra il dibattito sull’opportunità o meno di interventi limitativi della fruizione per il pubblico.