Questa punta di ottimismo finale si sente tutta nel disco, che a dispetto dei testi rimane allegro e con ritmi incalzanti: come la traccia d’apertura “Heartbeat” che ti entra in testa sin dal primo ascolto, possibile futuro successo radiofonico. Ritmo che rimane e ti fa assaporare la vita on the road anche nelle tracce “48 to go”, “Turn Me On” , “Munich” e “1961”. Non mancano nel disco le ballad, che
hanno reso famosi i The Fray (come non ricordare la struggente “How to save a life” colonna sonora di Grey’s Anatomy?). Da notare in particolare la quinta traccia “The Wind” ,dolce ritmo che narra di un marinaio disperso in mare : “Nello scrivere le canzoni di solito adotto un approccio alla Paul Simon e ci rimugino a lungo”, spiega l’autore. “Ma ‘The Wind’ mi è venuta così, velocemente e facilmente, e davvero cattura quella sensazione di sentirsi sperduti ma anche speranzosi”.
Ad anticipare l’album , già in rotazione in radio “, “Run for Your Life” dove un massiccio uso di chitarre da parte di Dave Welsh si fonde al consueto sound del pianoforte di Isaac Slade. A completare la traccia il tocco del batterista Ben Wysock, che insieme ai produttori ha creato un suono “nuovo” con un tape delay vecchio stile : “Una volta trovato quel cuore pulsante, la canzone è salita decisamente di livello”. Il quartetto di Denver sforna così un album molto pensato, influenzato dalla riscoperta di vecchie tracce degli AC/DC e Led Zeppelin che hanno portato più rock dentro l’album e grazie allo studio attento di come Bruce Springsteen e U2 tengono il pubblico in pugno estasiato durante i loro concerti.Grazie anche all’aiuto del produttore Brendan O’Brien ( grande produttore rock di Springsteen, Incubus, Pearl Jem tra gli altri) si dicono cresciuti e si nota l’evoluzione del loro stile , sia dal punto di vista musicale che dei testi.
Anche se i problemi sono parecchi e sembrano sempre sull’orlo dello scioglimento, i The Fray hanno accettato questa nuova sfida con entusiasmo e vedremo se il pubblico li premierà.
ARTICOLO DI SERENA CONCATO