Un poeta, un cantante, un teatrante. Un comunicatore strabiliante,improvvisato ballerino saltellante, puro come i sentimenti descritti nei suoi versi. Forte come le emozioni che esprime con la voce, con lo sguardo, con il corpo.
E’ Gio Evan, trentun’ anni di vita vissuta alla ricerca dell’autenticità e sublimati nell’ultimo album “Natura Molta“, disco di 10 canzoni e 10 poesie uscito un mese fa per 1Day/MArteLabel, che ieri è salito sul palco del Monk di Roma emanando gioia e sprizzi di energia positiva. Si parte con “Acida e imbattibile“, e il pubblico del viene contagiato fin da subito dalla sincerità e dalla “timidezza” del poeta, che trascina dolcemente i fan all’interno del proprio mondo, fatto di dolore ma anche di speranza.
In scaletta non mancano momenti di chiacchiericcio più scanzonato alternati a delicati attimi di poesia, quella alla vecchia maniera, scritta su un foglio e declinata davanti ad un auditorio in rigoroso silenzio. E le canzoni che l’hanno reso famoso naturalmente, dai primi fan sul web fino alla celebre consacrazione nella querelle Isoardi-Salvini: i nuovi singoli “Himalaya Cocktail“, brano che sta avendo il successo che merita, “Klimt“, “Amazzonia“, la godibilissima “Joseph Beuys” , “Credo in me esteso” e molte altre, tutte cantate a squarciagola da fan sorprendentemente di tutte le età, dai 20 ai 40.
Un’artista raro, prezioso, raffinato, capace di fondere musica e poesia, favole e realtà, e di accarezzare dolcemente il cuore dei presenti in sala. Narratore delle piccole cose e della quotidianità senza il timore di risultare banale, si dimostra capace di accogliere le molteplici forme d’ispirazione che la vita può offrire e di trasformarle in note, versi e discorsi che entrano dentro l’anima degli ascoltatori.
Consacratore di emozioni, protettore dei sentimenti, ecco chi è Gio Evan. Li vive, li sente, li canta. Li mette nero su bianco e dopo averli letti li lancia – letteralmente – tra il pubblico. Quei fogli accartocciati ci invitano a divulgare l’instancabile voglia di trasmettere connessioni, provare empatia, stimolando riflessioni anche tra i meno sensibili.