Esce oggi 23 marzo il nuovo album di Mezzosangue, giovane e talentuoso rapper romano. Il doppio disco si chiama Tree, come albero, ma con il chiaro richiamo al numero tre, per un artista cui piace giocare con la numerologia (il singolo che l’ha anticipato “Ned Kelly” è uscito il 3 marzo, l’album pubblicato il 23, come due volte tre probabilmente, con il riferimento al doppio disco), noi di Fourzine abbiamo avuto il piacere di ascoltarlo in anteprima per voi.
Mezzosangue presenta un lavoro a due facce musicali entrambe di 9 tracce cadauna, il primo è “Roots”, radici del Rap con sonorità più classiche e old-school, il secondo è “Crown”, chioma di quest’album musicale che si apre alla sperimentazione, al crossover ed all’hardcore. Il rapper capitolino, a distanza di quattro anni dalla sua prima fatica discografica (Soul of Supertramp) e dopo tanto lavoro live, si ripresenta più cattivo ed “incazzato” che mai. Il suo suono è potente, travolgente, marcia dritto nelle orecchie con tante variazioni sul tema musicale. Mezzosangue ha talento e flow da vendere, potrebbe portare a scuola tanti MC più affermati di lui, il suo è un vero e proprio temporale di rime che investe l’ascoltatore e che non può lasciare indifferenti. Il ragazzo “abbaia a tempo sul suono” (cit. “Umanista” in Roots), con rime aspre, la voce graffiante ed un tono irriverente ed aggressivo.
Il suo suono è radicato nella tradizione del Rap. Lavora con i synth e sperimenta con l’elettronica, ci sono le chitarre nell’accezione rock di un crossover che è merce rara di questi tempi, ma non dimentica mai da dove viene. Mezzosangue è un cavaliere oscuro del Rap, difende a denti stretti la sua cultura e la sua musica, lo fa da indipendente quasi a voler mantenere la purezza del suo prodotto. Questo doppio album è merce rara, un prodotto nato e strutturato per gli amanti del genere, la qualità del suono è elevatissima, c’è ricerca, tanto lavoro. Le rime di Mezzosangue sono talmente tante che si fatica a stargli dietro, la metrica è impeccabile, il flusso incessante e travolgente, il ragazzo è un vero e proprio fiume in piena.
L’ambiente musicale è principalmente cupo, la musica di questo artista lascia poco spazio a sorrisi e sospiri, è un concentrato di beat e sentenze in rima, c’è tanta “ignoranza”, di quella buona intendiamoci, c’è l’essenza del Rap, musica di denuncia, di disagio. L’ascolto non è facile, comporta attenzione e amore per il genere, ma Mezzosangue è merce rara. In un panorama ormai confuso e preda di una deriva trappista (e purtroppo non ci riferiamo alla birra d’abbazia), artisti di questo livello, di questo valore, di questa purezza, rappresentano una vera e propria boccata d’ossigeno per la scena Rap italiana.
Se volete ascoltarlo Live:
Recensione di Emiliano Cuppone