E Sanremo 2018 è finito, con tutte le sue polemiche, tutte le sue contraddizioni, tutte le sue gioie e i suoi dolori. Cosa ci lascerà questa sessantottesima edizione del Festival?
Che il podio Ermal Meta/Fabrizio Moro, Lo Stato Sociale, Annalisa, in rigoroso ordine di classifica, era uno dei podi più pronosticati e forse più giusti di questa kermesse.
Ci lascerà però l’amaro in bocca per una vittoria a metà, viste le polemiche e il retrogusto del “non inedito”. Perché è inutile negarlo, il fatto che Ermal Meta e Fabrizio Moro si portino a casa il primo posto con un quarto di canzone non selezionata nel festival di due anni fa beh, fa riflettere e non poco.
Comunque onore ai vincitori, che dopotutto avevano la canzone più radiofonica e più orecchiabile di tutte. Certo noi sponsorizzavamo Max Gazzè e Diodato con Roy Paci, con due canzoni stupende e quasi struggenti nella loro verità e potenza, ma non sempre i nostri gusti sono quelli di chi la musica la ascolta e soprattutto la vota.
Menzione d’onore naturalmente per Ron, quarto alla fine, che si porta a casa il prestigioso premio della critica “Mia Martini”, e per Lo Stato Sociale, veri protagonisti di questo festival: per loro un …. posto finale, con la soddisfazione del premio della sala stampa “Lucio Dalla” e, soprattutto l’essere la canzone più canticchiata della settimana.
Soddisfazioni anche per Ornella Vannoni, Pacifico e Bungaro: per oro il premio “Sergio Endrigo” alla migliore interpretazione. Magari si aspettavano qualcosa in più per quanto riguarda la classifica finale. Ma il loro brano ha colpito tutti, e soprattutto la classe di Ornella Vanoni non è passata inosservata.