Ne è passato di tempo da quando Harry Styles era solo uno dei bei faccini che componevano i One Direction. Adesso un progetto da solista, che si concretizzerà in un album che porta il suo nome, Harry Styles, in uscita il 12 Maggio. Oltre che alla faccia, l’artista è disposto anche a metterci il nome, seguendo la scia di altri importanti artisti, una su tutti Beyoncé.
Da pochi giorni è stato diffuso sul web il secondo estratto del disco, Sweet Creature, una ballad costruita su arpeggi di chitarra a cui sul finale va ad aggiungersi qualche coro in sottofondo. Una formula semplicissima quindi, che vede l’interpretazione come fulcro del brano: classica, ma assolutamente azzeccata, e che lascia respiro alla bella voce dell’artista. Non un brano innovativo o particolarmente incisivo a primo ascolto, ma che sicuramente può trovare un suo posto all’interno dell’album.
Un bel brano, che ha però il difetto di farsi piccolo piccolo se paragonato a Sign of the times, primo singolo ufficiale dell’album, che ha già invaso le radio dal mese di Aprile. Qui il sound è decisamente più articolato, contaminato, distintivo e che va a pescare nel mondo del rock. Effettivamente ascoltando la canzone non ci si stupisce che i primi paragoni spesi siano quelli con David Bowie e Pink Floyd. Anche l’interpretazione del brano è più varia: dal falsetto che accompagna verso il ritornello (Why are we always stuck and running from your bullet?) e che subito si fissa in testa, alla potenza della voce che accompagna il crescendo finale e l’intreccio di strumenti. La stessa voce assume in questo brano diversi colori: sofferente e sporca sui primi versi, pulita e leggera nel pre-chorus, piena nel ritornello. Sicuramente un biglietto da visita che ha spiazzato, dopo la parentesi avuta con i One Direction. Sinceramente: chi si sarebbe aspettato un brano del genere?
Due anteprime molto diverse tra loro che ci fanno sorgere un’unica domanda – e probabilmente questo è il loro intento -, cioè: quale sarà la direzione dell’album? Cosa aspettarsi? Noi aspettiamo curiosi.