“Il futuro del rock? Sicuramente, il rock non è morto, ma è qui per restare. Oggi si può essere vecchi e fare rock, perché la musica è passione, è comunità, è la possibilità e il modo di esprimere se stessi.”
Così si apre la conferenza stampa di Brian May, chitarrista dei Queen e assoluta icona del panorama rock mondiale, e Kerry Ellis, grande star di musical del West End e di Broadway, tenutasi nella mattinata di venerdì 26 febbraio in una sala del prestigioso hotel Principe di Savoia di Milano, affollatissima di giornalisti e fotografi.
L’occasione è quella della data milanese del tour italiano One Voice – The Tour!: 6 le tappe in totale dei due artisti inglesi nel nostro paese, di cui una lo scorso 25 febbraio proprio al Teatro degli Arcimboldi, nonché la presentazione del concerto dei Queen con Adam Lambert del prossimo 25 giugno 2016, organizzato da Barley Arts nella bellissima cornice dell’ Anfiteatro Camerini di Piazzola sul Brenta (Padova), dopo il sold out di Milano dello scorso anno. La collaborazione tra Brian e Kerry nasce, come la stessa cantante ci racconta, quando nel 2002 lui la vede nei panni di Eliza Doolittle nel musical My Fair Lady e la vuole alle audizioni di We Will Rock You, scegliendola per il ruolo originale di Meat. In seguito alle registrazioni dell’album del cast, il lavoro in studio porta la collaborazione ad un livello più elevato, da cui nasce l’album di debutto della Ellis del 2010, Anthems, seguito da un tour del 2011. Dal successivo Born Free Tour nasce invece il live album Acoustic by Candlelight del 2013. Pochi giorni fa, invece, è stato presentato Roll With You, il nuovo singolo della coppia, eseguito durante il tour insieme alle più significative canzoni estratte dai rispettivi repertori, oltre che da quelli di altri grandi artisti del passato. “Per esempio ci piace moltissimo suonare gli Everly Brothers,… andare a cercare cose di aree diverse,arrivando all’essenza di una canzone”, ci ricorda la dolce e simpatica Kerry, che continua raccontandoci come questo progetto permetta loro di “avere la libertà di suonare quello che ci piace, e inoltre ho la libertà di esibirmi sul palco come me stessa, dopo anni di carriera come personaggio di musical”. “Amo fare musica, ma con i Queen non abbiamo la stessa possibilità di sperimentare che abbiamo con Kerry” – ci confessa Brian – “Come Queen tutti si aspettano quello, mentre noi due abbiamo la possibilità di esplorare.” , Per quanto riguarda invece qualche indiscrezione sulla prossima data italiana della storica band si lascia scappare un “Non abbiamo ancora definito la scaletta con Adam, ci stiamo sentendo via mail perché per ora lui è molto impegnato con la sua carriera solista”. Per l’ex concorrente di “American Idol”, che dal 2009 sostituisce in tour la voce dell’indimenticabile Freddie Mercury, Brian non può che avere delle ottime parole, visto il suo egregio lavoro con il gruppo: “è bellissimo essere ancora i Queen in qualche modo. Sappiamo che lui non è Freddie, sarebbe impossibile da impersonare, ma ci dà l’opportunità di suonare ancora la musica dei Queen. Adam è un artista completamente formato, e preparato sul materiale della band, nonostante sia americano (ovviamente a differenza a Freddie), ed inoltre è un frontman naturale, quindi non c’è mai stata nessuna forzatura, non lo abbiamo cercato noi ma è successo quasi naturalmente.” In un certo senso, è davvero strano sentir parlare di una band che è stata ed è tutt’ora ancora uno dei grandi classici della musica rock mondiale direttamente da uno dei suoi fondatori e protagonisti, ma è ancora più strano sentirlo fare, dopo una carriera immensa, con una tale umiltà e voglia di continuare a suonare,a fare musica per il gusto di farlo e non meramente per dare alla gente quello che si aspetta, nonostante per ora ci venga rivelato che non sia ancora in programma un album di inediti con Lambert alla voce.
In circa 40 minuti di conversazione, gli argomenti trattati sono molti, dalla quasi ovvia domanda sulle icone musicali di Brian, che ancora oggi sonoBilly Holiday e Jimmy Hendrix, all’ emozionante visita del cenacolo di Leonardo, “un pop artist del suo tempo”, passando per l’astrofisica e Einstein, Maradona e l’associazione benefica Born Free Foundation in cui i due artisti, entrambi molto amanti degli animali, si impegnano in prima persona.
Uno dei temi immancabili non poteva che essere la memoria di David Bowie, grandissimo amico e collaborare (vi dice qualcosa Under Pressure?) della band. “Dovreste parlarne con Roger, è lui ad aver sempre mantenuto vivi e continui i contatti in tutti questi anni. David era non solo un inusuale creativo, ma anche un coordinatore, un grande catalizzatore di attenzione verso la sua arte. Quando eravamo in studio a Montreaux, David aveva casa lì vicino e venne con noi a registrare. Fu un’esperienza davvero intensa.”.
Sulla scia di un innovatore come Bowie quello che sembra quasi spontaneo chiedere ad un grande musicista come Brian May, ma anche ad una professionista di tutto rispetto come la Ellis, una propria opinione per quanto riguarda lo stato della contemporanea musica britannica, soprattutto a pochi giorni dai Brit Awards che hanno premiato gli artisti migliori del panorama d’oltremanica. “Mi sembra molto buona, ci sono delle persone fantastiche come Adele, una grandissima cantante, ma oggi è molto più difficile che un tempo iniziare la propria carriera. Gli artisti oggi non sembrano durare, perché tutto è così istantaneo e la gente non si aspetta più di dover pagare per la musica. Tutto ciò è triste, perché un giovane arriva a mollare tutto per la musica, ma se non ne derivano dei guadagni è costretto a smettere e così rischiamo di perdere dei grandi talenti.”
“Anche per noi oggi è più difficile” – ci risponde May pensando ai cosiddetti piani per il futuro – “Se non fai le hit (“e voi di hit ne avete tantissime” – scherza la collega) le persone non sono contente, quindi è difficile fare cose più ricercate, almeno con i Queen. Lavorare con Kerry invece permette di variare la mia carriera e mi sento molto fortunato. Amo questa parte della mia vita e l’ Italia è sempre stata meravigliosa con noi, ci sentiamo amati ed apprezzati qui e per questo vi ringraziamo”.
L’incontro si chiude, prima della partenza di un vero e proprio assalto alla ricerca dell’autografo su un vecchio e vissuto vinile o su un foglietto volante (perché sì, tutto questo è successo davvero, ma poterlo testimoniare agli amici è ancora meglio), con la più classica delle domande: “qual è la tua canzone preferita Brian?” “ If I loved you. è una rivelazione, un’ universo, mi porta in un’altra dimensione. Quando tornerete a casa, promettetemi di andare ad ascoltarla.”. Ogni promessa è un ordine, e come puoi non mantenerla se chi te lo impone è una leggenda della musica di tutti i tempi? Noi a qualche giorno di distanza ancora non ci crediamo, ma nel frattempo già non vediamo l’ora che arrivi il 25 giugno per un imperdibile appuntamento live come i Queen con Adam Lambert.
Vita a Milano e cuore oltremanica, potete trovarmi con i fiori tra i capelli ad un festival indie, a scattare selfie con gli artisti che intervisto o sul prossimo aereo che mi porterà in giro per il mondo per un nuovo tour. Amo scrivere, creare playlist di band sconosciute e cambiare colore di capelli ispirandomi alle mie blogger preferite.
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