Nella cornice del Cortile Cafè di Bologna, un ambiente raccolto e molto familiare, Erica Mou da cantante si trasforma in cantastorie. Sul palco insieme a lei, oltre alla chitarra, solo una sedia a cui sono legati due palloncini rossi. Il chiacchiericcio del pubblico si spegne all’improvviso, non appena la soave voce di Erica Mou ci introduce nel suo mondo con Sottovoce. Non è una ragazza che si limita a salire sul palco, eseguire la scaletta e ringraziare alla fine: è una che cerca il contatto con il pubblico, che non ha paura di spiegarsi o fare una battuta. Subito mette in chiaro che nel mondo in cui ci sta portando la parola chiave è sincerità, anche se a volte la verità può essere scomoda e pungente. Per dare l’esempio a tutti noi del pubblico il primo passo di sincerità lo fa lei con un piccolo outing: di musica non sa poi molto in fondo, basta imparare due o tre accordi a memoria. Questa è Niente di niente. E ancora ammette la sua ignoranza in questioni di pretrattamento: nel tentativo di togliere una macchia da una maglietta, non faceva altro che farla espandere sempre più. Da qui l’ispirazione per Le macchie: le persone sono come l’alone di quella maglietta, difficili da mandar via dalla memoria. Spiega anche la bizzarra Biscotti rotti: a colazione non riesce a mangiare i biscotti se sono intatti. Perché? Perché quelli rotti sono più buoni, secondo lei. Il suo modo di dire che l’imperfezione e le cose sbagliate sono quelle più saporite. Erica Mou parla della quotidianità, di cose che tutti conosciamo, ed è questa la sua forza: rende l’ordinario qualcosa di speciale, ci fa dono di una prospettiva diversa, la sua. A darle sostegno, oltre la chitarra, la loop station di cui si serve con grande equilibrio, senza esagerare, e il violinista Valentino Corvino che la accompagna su Se mi lasciassi sola e Dove cadono i fulmini. La scaletta è composta principalmente dai brani del nuovo album, ma non mancano i grandi successi come La vasca da bagno del tempo, cantata insieme a noi, Oltre, che ormai compie dieci anni, e Mettiti la maschera. Arriva anche l’omaggio a Lucio Dalla nella sua città con una sentita interpretazione di La casa in riva al mare. Erica Mou è talmente brava che è riuscita ad arrivare all’ultimo pezzo, tra battute, canzoni e racconti, senza che si sentisse la mancanza di una band alle sue spalle. Solo quando Erica affida alla loop station il compito di chiudere il concerto con Tienimi il posto e si avvicina alla sedia con un paio di forbici capiamo che i palloncini erano più di semplice scenografia: taglia i fili e li fa volare verso il soffitto, un pensiero a una persona che non c’è più.