Nell’atmosfera ovattata del Blue Note di Milano, venerdì sera Ornella Vanoni ci ha fatto ridere e ci ha fatto emozionare. Vestita con un completo elegante e le scarpe da tennis, tutta in bianco, alle 21 puntuale inizia il suo concerto. Io mi sento subito abbracciato dalla sua voce morbida, che farebbe sciogliere persino il più duro dei rugbisti neozelandesi. La verve frizzantina che la contraddistingue non fatica minimamente ad uscire fuori. Tra una canzone e un’altra sembra di essere ad un varietà: spontanea come pochi, Ornella si diverte raccontandoci aneddoti, barzellette, prendendo in giro il violoncellista dai capelli ricci intoccabili (“E quando fai l’amore come fai? Neanche in quel momento ti fai toccare i capelli?”, nda). La Vanoni ha gli anni che ha, ma ci ha dimostrato che è ancora fresca come una rosa in primavera! Sulla sua performance vocale si possono dire solo belle cose. Mi è capitato soltanto con pochi artisti di notare che non facessero il benché minimo sforzo a cantare in modo a dir poco perfetto. Lei è una di quelli. Brava brava Ornella!
Poi, una cosa che rende unici i concerti della Vanoni è il fatto che sembra non esserci alcun gradino tra il palco e la platea. Il suo palco è la sua vita reale, la sua vita reale è sul palco. Là sopra riesce a portare la sua vita e la sua anima, genuine come sono, senza alcun filtro. Ed è questo il bello dell’Ornella: è genuina, è nuda, senza alcun tipo di maschera o scudo. È come se cantasse per dei suoi amici intimi: quando è sul palco – così come quando non lo è – lei non ha paura di dire quello che pensa o di farsi vedere per com’è realmente. Dura fuori, ma fragile dentro.
È così che riesce a prendere e ad emozionare il pubblico: con la sua genuinità. Grazie Ornella per questo fantastico concerto!
Gianluca Petronio
SCALETTA