Una scenografia essenziale, che ha come elemento principale una poltrona. Una di quelle antiche che puoi benissimo trovare a casa di nonna. Un oggetto comodo, familiare, che esprime esattamente quello che è Chiara. Già, perché l’atmosfera del concerto tenuto ieri all’Auditorium Parco della musica è stato proprio questo: un clima sereno, confidenziale, che ha avuto da trait-d’union la magnifica voce di Chiara.
I fan, impazziti sotto al palco, hanno cantanto a squarcia gola i pezzi più e meno noti del repertorio della sesta vincitrice di X-factor: Due Respiri, Nomade, Il rimedio la vita e la cura, Sturdust, queste ultime cantate in coppia con l’amico Daniele Magro, autore fra l’altro del primo brano.
Chiara chiude il concerto con una versione voce e ukulele del super tormentone Someone over the raimbow, brano che l’ha vista protagonista di numerosi spot di un noto gestore telefonico. <<L’altro giorno hanno detto in tv che con questa canzone ho rotto i…” ma io ve la canto lo stesso perché è bella!>> scherza Chiara replicando simpaticamente a Loredana Berté, che durante l’ultima puntata di Amici ha affermato di non sopportare il noto brano perché “Chiara ci ha fatto due c******i così!”. Chiara sta lì, sul palco, ed è proprio lì che deve stare, dove è destnata ad essere: quella sua incosapevolezza, che la rende tanto tenera, è l’arma vincente di un’artista non solo dotata di una voce incredibilmente limpida, ma di una spontaneità che la rende forse incredula di quanto attorno le stia accadendo. Non è un caso che Mina, dopo la vittoria di X-factor, non si sprecò in elogi per la sua nuova collega: “Chiara, la tua freschezza, il tuo candore, la tua classe, la tua inconsapevolezza ti porteranno lontano. Hai un’aura, una presenza scenica preterintenzionalmente potente. Grande dono. È una durlindana naturale che ti mette subito tra coloro che non hanno bisogno di fare i salti mortali per «esserci». Ti ho riconosciuto subito, già ai primi test. Non è merito mio, ma tuo. Io sapevo che avresti vinto. Tu no. E anche questo è un dono. La mancanza di spavalderia, di presupposizione è merce rara, in questo ambiente. Nel «rutilante mondo delle sette note» per un po’ ti divertirai. Poi non so. Ma non pensarci adesso. Benvenuta, Chiara”.
Non si può fare altro che confermare le parole della tigre di Cremona, augurando a Chiara una lunga carriera … straordinaria!