L’annosa questione che vede il Teatro protagonista assoluto, tra le Arti, di un’interazione schietta e funzionale con il suo pubblico, si veste di rinnovato vigore con la pièce Forbici & Follia di Paul Portner, in scena fino al 15 Febbraio al Teatro Sala Umberto della Capitale.
Il format, in verità, conta 10 milioni di spettatori in tutto il mondo, ed è qui ben inserito nel contesto urbano con riferimenti intelligenti alla politica attuale e a quei piccoli grandi drammi tutti romani come parcheggi e pulizie cittadine.
Un cast d’eccezione, composto da un esilarante Roberto Ciufoli, la scoppiettante Michela Andreozzi, e gli adorabili Max Pisu, Nini Salerno, Nino Formicola e Barbara Terrinoni per la regia di Marco Rampoldi.
In un’ambientazione perfettamente verosimile, grazie alla maestria scenografica di Alessandro Chiti, all’ingresso in sala si è immediatamente immersi nell’atmosfera di un salone coiffeur, “Forbici & Follia”, per l’appunto. L’esuberante titolare Rob e la sua shampista Michi, cercano di acquisire più clienti possibili viste le spese della recente ristrutturazione, improvvisandosi anche barbieri. Tra i clienti anche un rigattiere ed una signora borghese e la giornata sembra svolgersi come una delle più normali. Ma quando al piano superiore avviene un efferato delitto, ecco che una giornata qualunque si trasforma in un’indagine di polizia condotta dal serafico Commissario Salerno e il suo simpatico aiutante Pisu. I sospettati? Ovviamente parrucchiere, shampista e clienti.
Il pubblico presente si trasforma così in parte attiva dell’azione, contribuendo alla risoluzione del caso con le proprie annotazioni e decidendo, di fatto il colpevole. Finale aperto, dunque, e sempre nuovo, per uno spettacolo che lascia moltissimo spazio all’improvvisazione degli attori – memorabile il bacio a sorpresa tra il focoso Rob e il Commissario – che mostrano così tutta la loro bravura.
SCHERENSCHNITT (il nome originale dell’opera e termine che indica l’arte del ritagliare la carta con le forbici), è un testo scritto dallo psicologo svizzero Paul Portner, incuriosito dai processi di interpretazione della realtà. Nato come dramma interattivo, tuttavia prese spontaneamente la piega della comicità dal momento in cui gli spettatori, in qualità di “testimoni” cominciavano ad interagire con la storia.
Nel 1976, Bruce Jordan e Marylin Abrams (ideatori e produttori di numerosi allestimenti), acquistarono i diritti dell’opera e la riscrissero definitivamente in forma di commedia, arricchendone continuamente il testo con battute e riferimenti all’attualità e improvvisazione. Shear Madness è entrato nel Guinness dei Primati negli States per il numero di rappresentazioni. Oggi possiamo goderne a Roma ancora fino al 15 Febbraio, con un testo sapientemente rimaneggiato per calarlo nel contesto romano e che non perde nulla della genialità e della freschezza di quello originale. Meraviglie del teatro…