Chiunque è quotidianamente sotto pressione in situazioni tra le più disparate: ma cosa succederebbe se ci concedessimo il sadico piacere di perdere il controllo? Questo è quanto Damián Szifron permette di fare ai personaggi che compongono le sei tragicomiche storie di Relatos Salvajes (Storie pazzesche è il titolo italiano), un film nato da anni di letture di capolavori della letteratura, di visione di film e serie tv e di osservazione dell’essere umano nella sua quotidianità opprimente. Il prodotto di questo studio è una commedia grottesca e surreale, screziata quanto basta di quello humor macabro che provoca riso ma che lascia quell’amaro in bocca quando ci si ferma a riflettere più a fondo sulle dinamiche che lo hanno scatenato.
Una colonna sonora spesso e volentieri molto discutibile si incrocia con primi piani inconsueti di ruote, piedi, rotelle di valigie, ecc., tutte dal basso: con una buona continuità fotografica Szifron si muove da una storia a un’altra con discrezione, concedendo al pubblico la possibilità di immedesimarsi in situazioni familiari in cui spesso e volentieri l’agognato libero sfogo è un privilegio consentito solo nell’ambito dell’immaginazione.