Ahmed si chiede se può un uomo pagare il prezzo della propria morte mentre parla con il resto degli “invitati” a uno dei matrimoni tra i più particolari narrati nei film, celebrato on the road dall’Italia alla Svezia. Ma il matrimonio è l’unico elemento di messa in scena: ciò che il giornalista Gabriele e i poeti Khaled e Tareq fanno è un atto di coraggio documentato su pellicola. L’aiutare cinque palestinesi e siriani a raggiungere una nazione dove è preferibile chiedere asilo politico, viene raccontato in maniera commovente per la sua semplicità, per la naturalezza con la quale sorrisi, lacrime, riflessioni e sguardi si donano alla cinepresa.
Realizzato soprattutto grazie ai 2.617 contributi dei donatori dal basso (tutti doverosamente ringraziati nei titoli di coda), Io sto con la sposa si affaccia alla settima settimana di programmazione, in barba ai rischi legali che i registi stanno tuttora correndo. Con la soddisfazione, però, di questi per aver svolto il compito principale: ridare a cinque persone la speranza di una nuova cittadinanza e di una nuova vita…in attesa di riprendersi la propria.
ILARIA SGRO’