Martedì 14 ottobre c’era il pienone al Blue Note per ascoltare Sagi Rei, il cantante israeliano diventato unvero e proprio fenomeno di culto per la rilettura in chiave acustica di alcuni tra i maggiori successi dance
degli anni ’80 e ‘90. Sagi Rei è in Italia in questo momento per il tour di Diamonds Jade & Pearls, l’ultimo album che ha pubblicato nel febbraio scorso.
“Ho deciso di intitolare questo album Diamonds jade & pearls – ha detto Sagi Rei – perché questi brani rappresentano per me delle pietre preziose e il loro ricordo suscita una forte nostalgia per un periodo storico-musicale in cui le sonorità cambiarono radicalmente e la musica elettronica ebbe un boom incredibile”. “Per questo nuovo album – prosegue il cantante – ho scelto delle sonorità prettamente acustiche arricchite da alcuni strumenti etnici che provengono dalla mia terra e mi sono avvalso di una orchestra di 23 elementi”.
Martedì sera al Blue Note, Sagi Rei si è però accontentato di un chitarrista, il bravissimo Paolo Manzolini, e un percussionista, Ivan Ciccarelli, che ha accompagnato le canzoni con una vasta gamma di strumenti etnici israeliani. Al resto ci ha pensato Sagi Rei che ha emozionato il pubblico (in particolare quello femminile) con la sua voce calda e seducente. Il cantante si è trovato molto a suo agio sul palco del Blue Note, nonostante qualche fastidioso problema di audio, e ha sfoggiato un italiano sicuro e intraprendente che ha usato per dialogare col pubblico e per presentare le sue canzoni. Uno dei primi brani cantati è stato Shout dei Tears for Fears. Questo, ha rivelato Sagi Rei al pubblico del Blue Note, è uno dei pezzi con cui il cantante si identifica di più perché rappresenta l’essenza degli anni ’80. Il concerto riprende con brani del nuovo disco Diamonds Jade & Pearls, ma il pubblico si accende coi brani più “classici” come Rhythm is a dancer e Freed from desire…
Quando Sagi Rei lascia il palco al termine del concerto il pubblico rumoreggia…la serata non può finire senza L’Amour Toujours (I’ll fly with you). E così il cantante torna sul palco e delizia ancora una volta la platea per poi salutare con Talking about a revolution di Tracy Chapman.