Ad un mese dall’uscita del suo secondo album “In Cile Veritas”, lo abbiamo incontrato ed Il Cile si racconta ai nostri lettori e ai suoi fan.
Il 2 settembre è uscito il tuo secondo album di inediti “IN CILE VERITAS”: è vero, come dice Caparezza, che “il secondo album è sempre più difficile nella carriera di un artista”?
A livello psicologico si, poi durante la lavorazione di esso il fantasma di questo onere scompare e non si sente più il peso della seconda prova sulle spalle con la stessa
insopportabile ansia.
Ti sei fatto conoscere al grande pubblico durante il Festival di Sanremo 2013 dove hai anche vinto il Premio Assomusica e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo in gara con “Le parole non servono più” (tra l’altro quasi un
paradosso): come artista ti senti più maturo dopo quella esperienza?
Certamente, Sanremo è un palco sacro ed una competizione a tutti gli effetti, se mai dovessi affrontare di nuovo quel palco lo farei con razionale lucidità e cercando di gestire meglio la mia emotività.
Perché consiglieresti (se lo consiglieresti) a un giovane emergente di partecipare al Festival di Sanremo piuttosto che X Factor o The Voice?
Perchè a Sanremo ci sono passati Modugno, Gaetano e Vasco, ad esempio… ma se hanno voci interessanti e bucano lo schermo è giusto anche che scelgano la strada del talent.
Ci sarai al Festival 2015?
Non dipende di sicuro da me, io ci andrei, anche per sfida personale.
Negli ultimi due anni hai esordito a Sanremo, collaborato con grandi artisti del panorama italiano (Negrita e Club Dogo) e aperto i concerti di Ligabue, domani che fai?
Domani cerco di scrivere una canzone migliore rispetto a quella di ieri.
Dopo aver sfondato nella musica hai subito voluto sperimentare un altro ambiente e hai pubblicato un romanzo. Libri e canzoni: in quale forma preferisci scrivere? Oppure cosa ti riesce più facile?
Io amo scrivere. Sia in prosa, che in rima, sia qualcosa che vada cantato che qualcosa che vada letto.La base della mia vita è questa, il resto viene da solo.
Come nelle tue canzoni così anche nel tuo libro si parla molto di donne…del tuo libro hai detto: “L’ho scritto io ma non è autobiografico, è un romanzo che parla in modo dissacrante della figura del musicista, mostrando anche i lati
più comici e fantozziani di chi fa questo lavoro”. Diciamoci la verità quanto la carriera di musicista ti ha aiutato con le donne?
Mi ha aiutato a soffrire di più e più velocemente, l’amore è diverso dall’essere l’oggetto del desiderio di una notte ed uno sfizio, e per quanto sia una frase da diario preadolescenziale io cerco l’amore, in tutto quello che faccio, anche se molto
spesso per la complessità del mio carattere l’amore lo deturpo e lo allontano.
Nella stessa intervista definisci la realtà del musicista tragicomica: perché?
Perchè chiunque calca un palco fa qualcosa di epicamente tragico ed epicamente comico allo stesso tempo…ma io ritengo la vita stessa tragicomica, quindi il discorso sarebbe più ampio.
Il successo ti ha cambiato? Senti molto la pressione?
No, sono sempre il solito “stronzo” che magari non si ricorda dove ha parcheggiato l’auto dopo tre giorni di promozione, che spende troppo per quello che guadagna perchè ama
gli strumenti musicali e portare a cena fuori la ragazza che ama e divertirsi con lei, che si emoziona quando qualcuno chiede una foto, un autografo e si complimenta con lui per
una canzone.
C’è una persona nella tua vita a cui vorresti sbattere in faccia il tuo successo? Una persona che magari non credeva in te e adesso rosica?
Non penso a queste cose, ti fottono il karma ed è solo tempo sprecato. L’invidia è il sentimento dei perdenti. Io non riesco ad invidiare John Lennon perchè ha scritto –
imagine- posso solo amarlo per questo.
E una persona che invece ti ha aiutato molto e a cui devi molto?
Tre persone: Fabrizio Vanni, Fabrizio Barbacci e Marcello Venturi, loro sanno perché. E ovviamente senza la mia famiglia che mi ha permesso di inseguire i miei sogni senza
giudicarmi o obbligarmi a cercare altro non farei ciò che sto facendo.
Tornando a “IN CILE VERITAS”…Ad Adnkronos hai detto che nel nuovo disco “c’è forse un’apertura verso la speranza” dopo i “turbamenti” del primo
album…sei sempre così ottimista nella vita?
No, sono molto pessimista, così quando arrivano le belle notizie sono più felice.
Per concludere una curiosità: dove l’avete trovato quella specie di John Belushi in versione Animal House del videoclip “Sole Cuore Alta Gradazione”?
E’ un grande attore emergente italiano, si chiama Nicola Nocella e ha già vinto molti premi
importanti…a proposito..ciao Nic!
Enjoy Il Cile!