C’era un’esca nel mare
di squali ed altri pesci cannibali
che sapeva come fare per restare viva, viva, vivissima
Nel percorso artistico-culturale di questa #BiennaleMarteLive zeppa di meravigliosi incontri, è la volta dei Nobraino, sul palco della Warehouse romana lo scorso sabato. Band indie rock romagnola nata addirittura nei mitici ’90, ma che solo negli ultimi anni, sta finalmente riscuotendo il successo che merita.
Se non li si è visti dal vivo, non si può apprezzarli completamente, questi cinque scalmanati – ufficialmente ancora quattro componenti effettivi più Davide Jr.Barbatosta, trombettista e seconda voce, ancora “aspirante Nobraino” per iter burocratici – il cui solo limite, viene da pensare, è quello dello spazio fisico che li contiene. In particolare Kruger, voce impeccabile e “divo con qualcosa da dire”, gesticola, si dimena, sperimenta; il palcoscenico e l’intero locale sono un campo da gioco, ma anche un vero e proprio interlocutore da sfidare, il pubblico, compagni d’avventura e da prendere anche un po’ in giro.
Anche agli altri componenti del gruppo non mancherebbe il mood d’assalto alle folle, per loro però c’è l’impedimento dello strumento musicale; perché sono come cantano “narcisisti misti“, però tutto è in funzione di uno spettacolo che non deve smettere di stupire, esaltare ed anche far riflettere.
E’ musica mai banale o vuota, quella dei Nobraino, con testi densi, radicati nel tessuto sociale in cui si nascono, eppure capaci di autoemanciparsi e raccogliere il consenso di un pubblico più vasto.
Ai tanti fan intervenuti vengono lanciate numerose sfide, nel corso di una serata che sa tanto di festa tra amici. C’è chi sale sul palco e si fa tatuare, questa volta non la parola “strozzami” come vorrebbe il brano “Minotauro” bensì l’autografo (o scarabocchio?) di un Kruger tra l’ammirato e il divertito e che forse in fondo in fondo, non immaginava che si arrivasse a tanto. E’ sempre lui che si lascia trasportare dalla folla da un’estremità all’altra del locale, si arrampica praticamente ovunque, e non contento inforca la macchinetta e rasa testa e barba di un volontario sulle note di “Mangiabandiere“, vero e proprio inno alla pace.
Tra i pezzi più belli: “Lo scrittore”, “Endorfine”, “Luce” , “Film Muto” e una particolarmente sentita “Strano e inaffidabile“.
Per chi volesse vederli, ultimissima data del tour, il 4 Ottobre a Savignano su Rubicone (FC).
Combatti, rimani viva a vincere
provaci, a far la spiritosa
confessa, qualcuno non ha messo
a fuoco, le regole del gioco
Resta viva e vedrai
che gli squali non sono più cannibali
Resta viva, resta qua…prima che sia troppo tardi.