Parlare di jazz, Elbow e Tom Waits presentandosi è sinonimo un po’ di coraggio e un po’ d’incoscienza. Forse Beltrami, gruppo che arriva con Intorno al disco di debutto, per lo meno in forma completa (il primo disco del gruppo è Scrivere storie, del 2009), hanno entrambi: 10 brani delicati, tra acustica, accenni elettrici e atmosfere da live raccolti.
Le influenze descritte, fatte le debite proporzioni, si sentono, con in più un velo ironico e un atteggiamento sornione tipico dei nuovi cantautori nostrani.
Apre il disco Solo per esser noi, accenni brit-pop che si aprono a suoni in bilico tra aggressività e intimità: è questo il filo conduttore di Intorno, la voce tonda “americana” di Giampiero Troianiello in incastri acustici che mostrano la lunga militanza live della band che sanno celare piccole e controllate esplosioni. Soft-rock, forse, via internazionale alla canzone però sembra definizione più azzeccata. Eureka, per esempio, la bluesy Prima o poi, suonata con Roberto Angelini, le atmosfere retro di Ganot e Leggeri (con deliziosi fiati d’accompagnamento), la conclusiva Tu, il mare, anche estratto video del disco, che racchiude le sue gemme migliori in Primadì, allegra pop-song corretto con lo swing, e L’essenza di me, il pezzo in cui le radici rock, nel riff, nel giro di basso, nel ritmo, si fanno più corpose.
A trovare un difetto ai Beltrami è una certa indecisione nell’amalgamare influssi e scelte musicali, come se rischiassero di elidersi l’un l’altro anziché esaltarsi. Ma intorno è senza dubbio un trampolino di partenza discreto.