Filtrato dal registro della commedia Veronesi ripercorre, attraverso gli occhi dell’Uomo Comune, la storia dell’Italia dagli anni ’60 fino ai giorni nostri.
Un film dal sapore malinconico che apre la seconda edizione dell’era Muller del Festival Internazionale del Film di Roma. In sala un parterre ricco di personalità del settore, Elio Germano, Valeria Solarino, Domenico Procacci, Michele Riondino, sono solo alcuni dei nomi presenti durante la cerimonia di apertura.
Madrina d’eccezione la romanissima Sabrina Ferilli che ben si destreggia come padrona di casa nella sua Roma e come spalla del mattatore dei Festival Marco Muller che quest’anno ripropone una struttura ibrida Festa/Festival per la kermesse della capitale.
Torniamo al film, Elio Germano interpreta Ernesto “Uomo Qualunque” dell’Italia moderna, che come un narratore onnisciente, accompagna l’intreccio attraverso periodi storici, situazioni comiche, scelte di vita, descrivendo un Italia ricca di sfacettature e mai paga del suo essere poliedrica.
Superficialmente potrebbe essere catalogato come biopic dell’uomo comune, tratto dalle esperienze del protagonista reale Ernesto Fioretti.
Forse il miglior film di Veronesi, nonostante rimanga una commedia poco graffiante, intensa solo in alcuni momenti, troppo lieve e superficiale per poter reggere il confronto con la vera “commedia italiana” di cui il presidente di giuria……….è ammiratore e estimatore.
La struttura dell’opera lo relega nella sezione: cinema medio di compiaciuta fattura, facile nel provocare emozioni ai tanti, difficile da ricordare ai pochi.
In attesa dell’arrivo delle star internazionali, il festival riscalda i propri motori e dimostra grandi potenzialità.