La produzione dei Velvet è indicativa di un percorso, ma non della sua qualità. Invece i Stanley Rubik, ironici e sornioni fin dal nome, sanno sorprendere con il loro EP d’esordio, Lapubblicaquiete: il quartetto proveniente dall’elettronica approda dopo un paio di anni di ricerca a un biglietto da visita che rappresenta bene alcune delle più interessanti tendenze del pop e del rock tricolore degli ultimi anni. Una produzione notevole mette in mostra un viaggio intenso e variegato tra chitarre, ritmiche e synth accattivanti senza essere ammiccanti, intelligenti e convincenti, che cercano l’anello di congiunzione tra i Subsonica e gli Afterhours.
Aperto da Abuso, che prima seduce e poi invita alla danza scatenata, Lapubblicaquietes’inerpica nella poesia sinistra, cantata dalla voce tagliente di Dario, senza apparenti dolcezze, colorando di nero tutti i tasselli del loro giocoso nome; Pornografia, brano di lancio, è più convenzionale nei suoni, nella costruzione musicale, nei ritmi, ma Vademecum sa condensare in quasi 8 minuti tutte le dinamiche della band, le influenze cinematiche e oscure, i tocchi più popolari e gli antri meno facili. Non è poco, di questi tempi in cui esordire nella musica pop e rock significa cercare di arrivare agli spot dei cellulari: Dario, Gianluca, Andrea e Domenico dimostrano che non è necessario.