La tendenza principale della nuova commedia americana, al di là dei discorsi su demenzialità o affini, è nel mescolare le gag e le trovate buffe all’azione e ai risvolti noir. Una notte da leoni è il paradigma, anche se John Landis lo faceva prima e meglio senza però massificare la corrente. Conferma il trend Come ti spaccio la famiglia (We’re the Millers), nuovo film per Rawson Marshall Thurber dopo il simpatico Easy Girl: David è un ragazzo-spacciatore che viene derubato dei soldi riciclati dallo spaccio. Per saldare i suoi debiti e salvare la propria vita è costretto a portare a termine un ultimo lavoro: trasportare un’ingente quantità di marijuana dal Messico agli USA. Per farlo, decide di mettere su una finta ed improbabile famiglia: Rose, la “moglie”, è una spogliarellista, Casey la “figlia” sbandata, e Kenny, il “figlio”, è un ragazzo un po’ tonto e imbranato.
Scritto da Bob Fisher, Steve Faber, Sean Anders e John Morris, Come ti spaccio la famiglia è una tipica commedia contemporanea, la cui verve e forza comica (Thurber è autore di quella piccola perla demente di Dodgeball) s’incaglia nei limiti delle commedie industriali dei nostri tempi: i temi comici sono sempre gli stessi – sesso, parti intime e imbarazzi pubici -, l’avventura sostituisce l’assenza di gag e i tempi comici relativi, e soprattutto la quantità di morali finali è offensiva, soprattutto perché nega la presunta scorrettezza iniziale: seppure allargata e atipica, la famiglia composta dai personaggi finisce per capire la bellezza dell’unione, dello stare insieme, dell’amore romantico, delle casette a schiera e del maschio alfa e della sua violenza a fin di bene. Se il film non finisce dritto nel cestino è per merito degli attori, più per quello di Jason Sudeikis, commediante di fino in gran forma, che per una Jennifer Aniston abile nello spogliarsi meno nel reggere i primi piani.