Arriva al Lido Fuori Concorso Kim Ki-Duk con Moebius black drama scandalistico.
Kim non tradisce la sua filmografia, colorando la trama della propria opera con tutti gli elementi principali che contraddistinguono il suo stile di scrittura audiovisiva.
Ritroviamo concetti come la vendetta, la gelosia, il complesso edipico, la violenza e la famiglia.
Una famiglia ancora una volta simbolo e specchio dell’animo umano, che mette in scena empiricamente tutti i lati più oscuri del nucleo sociale più riconosciuto.
Questa volta l’evirazione e la sessualità assumono una connotazione narrativa specifica, ricoprendo il ruolo di connettore del plot drama di Moebius.
Il film si apre con una donna sconvolta per il tradimento subito da parte del marito, un tentativo di evirazione fallito nei confronti di quest’ultimo, si trasforma in una vero e gratuito folle gesto diretto verso il figlio. Il figlio come contenitore dei difetti di chi lo ha generato, diverrà nella prima parte dell’opera il pungiball dei propri genitori, vittima e artefice di una successiva evoluzione.
Si perché l’evirazione subita, getta il personaggio del figlio all’interno di una spirale di eventi grotteschi e surreali, dal bullismo alla masturbazione, dalla vendetta all’incesto, dal rancore verso una comprensione romantica delle figure genitoriali.
Il pene diventa il centro dei problemi relazionali sociali, a dimostrazione di una superficialità generalizzata tipica della nostra società.
Mi risulta ancora difficile comprendere la scelta di escludere un gioiellino come Moebius dal Concorso ufficiale di una mostra sottotono. Il regista coreano non stupisce, ma regala al pubblico un film muto di quasi 2 ore, che riesce a non scendere mai sottoritmo e dimostra come le immagini, la musica e la presenza plastica attoriale possano sostenere il fulcro di un opera senza nascondersi dietro le parole decantate.
Il film come detto non si discosta dal genere di Kim, ma mostra come la classe di un regista, la visione e intraprendenza arrogante facciano la differenza in un mondo dove la standardizzazione in produzione sta dilagando e appiattendo l’offerta audiovisiva mondiale.