Nella carriera fortunata ma piuttosto discutibile del regista e produttore Judd Apatow, Molto incinta è probabilmente il risultato più interessante. Perciò, dopo il flop del pedante Funny People, era naturale che il regista tornasse a quella pellicola: Questi sono i 40 è in sostanza uno spin-off del film del 2007 che racconta la crescita e i problemi dell’arrivo della mezza età di due personaggi tratti dalla precedente pellicola. Dopo due anni dal matrimonio di Pete e Debby, la neo famiglia assieme alle due figlie, Charlotte di otto anni e Sadie di 13, inizia ad avere alcuni problemi, quelle che solitamente le coppie hanno attorno ai 40 anni: l’intesa sentimentale e sessuale si spegne, l’attività di discografico di Pete non rende e nel frattempo continua a regalare soldi al padre e infine scoprono che Debbie è incinta del terzo figlio.
Scritto dallo stesso Apatow, Questi sono i 40 racconta i modi opposti di invecchiare e di farlo in coppia di due adulti concepiti secondo luoghi comuni e stereotipi, e non sarebbe un male se venissero utilizzati con intelligenza, e non per costruirci gag dal nullo impatto comico, se gli squarci di amarezza e consapevolezza non diventassero merce per comici allo sbaraglio (ancora Melissa McCarthy). Il vero problema del film di Apatow è che reitera in maniera sempre più radicale e preoccupante i difetti dell’autore, i limiti ed errori che ne costruiscono il cinema. Innanzitutto, la mancanza di qualsivoglia capacità di racconto, di tempi e costruzione (personaggi introdotti per 45 minuti, due svolte narrative diluite in 135 minuti con finale che ovviamente mette tutto a posto senza alcun problema, titoli di coda con i fuori scena), di ritmo e interesse con scenette e momenti “divertenti” gestiti senza alcun senno. Ma soprattutto il vizio capitale di Apatow, il presuntuoso tentativo di rendere profonda la stupidità, di parlare della vita attraverso gli escrementi, di raccontare l’Uomo attraverso la sua idiozia (il cui iceberg è la serie Girls, di cui appare la protagonista Lena Dunham). Un obiettivo ambizioso che richiederebbe un maestro, non un allievo poco dotato persino di impegno.