Non proprio una location adatta a concerti e festival d’estate, quella del laghetto di Villa Ada a Roma è una cornice molto suggestiva, che quasi contrasta, e per questo affascina, con la comica ribalderia di Elio e le storie tese, il complesso che è approdato a Roma con il Tour Biango con il quale presentano L’album biango. Un’occasione per far sentire i nuovi brani a pagamento, come ha dichiarato sul palco Elio, “visto che il nostro disco ha il record di scaricamenti illegali”.
Assente dagli impegni promozionali per motivi personali Rocco Tanica, come si sa da tempo, Elio e le storie tese partono con un lungo e ottimo strumentale che fa da ouverture, accennando temi di brani recenti come Il tutor di Nerone o Enlarge Your Penis e sottolineando la natura di gruppo progressive (Come gli Area dice il titolo di una loro canzone, non a caso), irrompendo poi con l’iper-classico Servi della gleba. Mirabolante presentazione dello scheletro del concerto, ossia proprio l’Album biango, presentato subito dalle due canzoni sanremesi, Dannati forever e La canzone mononota che senza l’arrangiamento orchestrale però perdono qualcosa. Due apripista di un disco che all’apparenza può sembrare meno ispirato e più conservatore di altri album della band, per via forse di qualche brano un po’ troppo sulla difensiva come Una sera con gli amici o Lampo, ma che in realtà dimostra come la superiore consapevolezza musicale del gruppo e l’incredibile bellezza degli arrangiamenti diano vita a varie gemme, alcune suonate live, come Il ritmo della sala prove e Complesso del primo maggio, altre rimaste fuori scaletta come Amore amorissimo (pure nuovo singolo dell’album) e la splendida Luigi il pugilista.
Con Vittorio Cosma a sostituire Tanica (la cui assenza soprattutto musicale è innegabile) e a interpretare Carmelo, l’ex-parrucchiere ora aspirante amico di Maria De Filippi che imperversa sui dischi del gruppo da qualche tempo, il mattatore della serata è ovviamente il poliedrico e trasformista Mangoni: uomo immagine in Disco Music, creatore del burlesque maschile in Born to Be Abramo, Supergiovane che si arrampica sulle impalcature, spirito del Rock ‘n’ Roll ucciso da un pollo di plastica nel brano che chiude il concerto prima del bis, quella Tapparella che ormai è un commiato al pubblico, ma anche a Feiez (Forza Panino), ricordato anche in T.V.U.M.D.B. con l’assolo di sax.
Come macchina da spettacolo, Elio e le storie tese sono ormai inappuntabili, forse meno sorprendenti di un tempo, ma anche più capaci a coinvolgere il pubblico con il mestiere e la forza della loro musica: provate a stare fermi quando partono le note di El pube. Ma si ha anche la malinconica sensazione che proprio la macchina dello spettacolo possa schiacciarli, e lo stia lentamente facendo. Finché ci sono album e tour così bianghi possiamo stare tranquilli.