Come raccontato nel reportage del 1° maggio da Piazza San Giovanni, i Management del Dolore Post-Operatorio è una delle band che ha convinto di più, anche se la loro esibizione verrà soprattutto ricordata per il look francescano e l’ostensione di un preservativo. Abbiamo pensato allora, visto che il loro album Auff ci è piaciuto un bel po’, di intervistarli, per far conoscere meglio al pubblico di 4Four la loro musica e le loro idee.
Partiamo da piazza San Giovanni: come vi è venuta in mente l’esibizione così scioccante e come reagite alle polemiche seguite? Non avete paura che l’etichetta di band provocatoria o trasgressiva possa limitare la vostra musica?
La sterile provocazione non è mai stata il nostro credo, si voleva fare ben altro, stimolare un discorso. Per questo abbiamo messo in piedi una sorta di “mistero buffo”, per riprendere il tema delle giullarate. Se ci sono ancora genitori che educano i propri figli al NON utilizzo del condom,per paura che vadano all’inferno, beh, non è il caso di fare humour allora.
La vostra musica è una miscela piuttosto esplosiva: da dove nasce, quali sono le spinte creative che stanno dietro?
L’ispirazione è concetto difficile da spiegare. L’ispirazione è una sorta di donna da cercare,inseguire,abbracciare. A volte ti dona un appagamento immediato, a volte ti rifiuta, a volte ti lascia giocare, a volte, dopo estenuanti serenate, si dona con tutto il cuore.
Mi incuriosisce il lavoro sui testi, quella miscela di giocosità poetica e durezza nei contenuti. Come nascono, cosa vi ispira?
Per quanto riguarda i testi, l’ispirazione nasce da un malsano amore verso tutto quello che abbiamo attorno. Per scrivere bene, bisogna saper guardare ma soprattutto ascoltare. I versi li scrive la vita, noi non siamo autori di niente.
Nel vostro sound il ritmo è fondamentale, la sensazione del ballo e del canto nei vostri concerti è unica. Come lavorate su questo e quali sono le fonti d’ispirazione?
Una poesia di un nostro caro amico ci regala queste parole:”se non canti e non balli, il fiume non sale la valle”. Il concetto di gioco e di “scintilla”, il concetto di urgenza esistenziale, il concetto di cambiamento, non si sposano bene con un corpo immobile. La verità è solo nel continuo movimento, nel continuo mutamento. Chi crede che la verità sia un punto fermo sta mentendo, questo è sicuro.
Il concertone è un trampolino notevolissimo per farsi conoscere fuori dall’underground: se doveste convincere un neo-ascoltatore a comprare il disco o a venirvi a sentire cosa gli direste?
Si spera che sia qualcun altro, che ci stima e ci ama, a parlargli di noi.
Infine, su cosa state lavorando?
Il nuovo disco, che uscirà in autunno. Tante sorprese, nuovi singoli e video. E un video documentario con un poeta meravigliosamente povero di tasche, e ricco di sentimento.