Il pop rock del 20° secolo è stato consacrato ieri sera: l’ippodromo del galoppo di Milano è stato lieto di ospitare “The killers”.Parliamo di un gruppo che non fa rimpiangere il sound che ha nutrito i nostri padri con i vari Bowie, Clash, Led Zeppelin, Sex Pistols, U2; certo non li stiamo paragonando, ma voglio dire che brani come “glamorous indie rock and roll” sono cementati nella storia del rock come un fisher nel muro. Voglio dire che hanno la stessa capacità di farci muovere e ballare con orgasmo cerebrale incluso nel prezzo. I fans accuditi plasmati , eccitati, stracciati dalla chitarra di Keuning, pompati e pressati dal basso di Stoermer, vogliamo parlare della forza che ci mette Vannucci su rullante e grancassa? O dell’istrionico uomo da palcoscenico, croupier e baro senz’altro: Brandon Flowers? Siamo sicuri che è americano?? Il suo stile odora troppo di british. Questi sono i killers, (detta all’italiana), che ti prendono, ti portano al brivido, alla pelle d’oca, all’estasi del buon ascolto, i loro pezzi non sono mai banali, non svirgolano, vanno lineari, facili, interni al brano e studiati nel dettaglio, ti coinvolgono. “Humans”: interpretata per ben due volte, prima in versione originale scatenata, poi in versione melodica, super-accompagnata da tutto il pubblico in entrambe, è il cavallo di battaglia della band, l’inno alla loro musica. Così come “somebody told me”, “spaceman” “miss atomic bomb” “bling”. 90 minuti consecutivi di musica piena, cruda, diretta. Pochi effetti speciali di contorno, i killers vogliono farci capire che non ne hanno bisogno, il loro spettacolo ce lo offrono già, sì, anche quando ci deliziano con “volare” mixata tra inglese e italiano, W gli stereotipi. Grazie. Signori, eccovi all’università del rock alternativo. Dicevo che non sono paragonabili ai grandissimi sopracitati, e i killers sono diversi, anche se mi sembra di aver visto i capelli e le barbe lunghe, i vestiti scuri, le giacche di pelle e le bacchette che volavano dal palco in testa al pubblico…i tempi cambiano? allora benvenuti!
Recensione di Ramona Mondini