Due amici in carcere per una rapina, la donna di una di loro che però è molto affezionata anche all’amico, un secondino che li vede durante le visite e il tango a legare tutto. Frédéric Fonteyne a 8 anni dal discreto La donna di Gilles torna al cinema con una commedia anomala scritta da Anne Paulicevich e Philippe Blasband che vira in chiave carceraria e lieve una tipico melodramma che potrebbe essere una storia da tangheri, come una versione meno radicale di Tangos di Solanas.
Il film racconta il riscatto di una vita attraverso l’amore per la forma estetica e per il gesto, usando la bellezza come principio ordinatore di vite disordinate, che però non diventa mai asservimento ma anzi, ribalta le forme di potere, qualunque potere esso sia, come nemiche dell'”arte”. Fonteyne rimescola gli stereotipi sessuali coi carcerati che danzano e i carcerieri che si affrontano a braccio di ferro, si lascia andare a sequenze travolgenti come quella del tango tra le sbarre e poi, anziché accelerare si trattiene quando dovrebbe erompere la passione. Ma pur con un finale da commedia che stride con la libertà narrativa precedente, Tango Libre funziona, diverte e appassiona, lasciando intravedere un senso al premio della giuria Orizzonti vinto all’ultima Mostra di Venezia.