Il film racconta le vite politiche e sentimentali di alcuni ragazzi coinvolti nei moti studenteschi dei primissimi anni ’70, i loro sogni e ideali che cambiano e si scontrano con l’età e la realtà, senza però rinnegare mai nulla, come diceva la canzone di Edith Piaf (Non, je ne regrets rien) che chiudeva The Dreamersdi Bertolucci, di cui questo film, scritto dallo stesso regista Olivier Assayas, sembra una sorta di seguito, che si allarga dal triangolo a una dimensione più collettiva, che da Parigi vola verso il resto d’Europa, verso Londra e l’Italia.
Aprés mai entra dritto nel cuore del racconto e cresce coi minuti, diventa sempre più corale e completo, sempre più bello, mostrando la grande capacità del suo autore di tracciare percorsi intimi e universali, di trasmettere la sensualità aerea della giovinezza, di realizzare grandi sequenze senza virtuosismi, come le vibranti scene di guerriglia o la sequenza dell’incendio, maestosa e dolorosa cesura del film tra il passato e il futuro di alcuni giovani ed efficaci attori in cui s’incarna lo spirito degli anni, come nella deliziosa 19enne Lola Créton (Un amore di gioventù), già una piccola eroina del miglior cinema d’oltralpe.